Il Cirsu dichiarato fallito. Di Matteo convoca i sindaci al capezzale: «Faremo ricorso»

TERAMO – Il Tribunale di Teramo, nella persona del giudice fallimentare Giovanni Cirillo, ha decretato questa mattina il fallimento del Cirsu, il consorzio per la gestione dei rifiuti di cui sono soci i Comuni di Bellante, Morro D’Oro, Notaresco, Mosciano, Giulianova e Roseto. Con lo stesso dispositivo il giudice ha nominato curatori fallimentari i commercialisti Gabriele Bottini ed Eda Silvestrini e l’avvocato Carlo Arfè, fissando la data del 15 dicembre per l’adunanza di approvazione dello stato passivo. Una decisione, quella del giudice Cirillo, che sembra destinata a mettere la parola fine ad una vicenda che si trascina ormai da anni, con il Tribunale di Teramo che aveva inizialmente rigettato la richiesta di fallimento accettando il piano di risanamento aziendale presentato dal consorzio. La Deco aveva però proposto ricorso in appello, ricorso accolto dai giudici che a loro volta avevano rinviato gli atti al Tribunale di Teramo affinché rivalutasse le carte. Oggi la decisione del giudice delegato, arrivata appena pochi mesi dopo una conferenza stampa in cui il Cirsu aveva annunciato l’avvio di una nuova fase nella quale il consorzio avrebbe dovuto rappresentare un punto di riferimento per l’intera provincia. Per le ore 16 il presidente del consorzio, Angelo Di Matteo, ha convocato una riunione d’urgenza dei sindaci per valutare le implicazioni della sentenza sull’attività dell’ente.

La riunione dei primi cittadini: «Faremo ricorso». «Abbiamo esaminato la sentenza, che è molto lunga e conta 20 pagine di motivazioni. Non entriamo nel merito, in quanto riteniamo che le sentenze si rispettano, non si commentano ma eventualmente si impugnano. Noi la impugneremo perché riteniamo che ci siano i margini affinché la Corte d’Appello la riformi». A parlare così, al termine della riunione convocata d’urgenza dal presidente del Cirsu, Angelo Di Matteo, dopo la sentenza di fallimento pronunciata dal giudice Giovanni Cirillo, è il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro. Come gli altri colleghi, Mastromauro si dice molto preoccupato per le ricadute che la sentenza potrebbe avere in termini igienico-sanitari. «A chi mi chiede quali ripercussioni ci saranno a livello economico per i Comuni rispondo nessuna – dichiara Mastromauro – perché rispondono i solo per i 20mila euro di quota nominale depositati. La nostra preoccupazione, invece, è un’altra e riguarda i profili gestionali ambientali e sanitari riferibili all’impianto di proprietà di Cirsu che ad oggi assicura dei servizi pubblici essenziali relativi al conferimento e trattamento rifiuti solidi urbano non solo dei Comuni soci ma dell’intera provincia». Sulla stessa linea il sindaco di Roseto Enio Pavone, che sottolinea che sarà depositata la richiesta di incontro con il giudice delegato e i curatori. «La nostra preoccupazione maggiore, ad oggi, riguarda l’aspetto dei servizi pubblici essenziali assicurati da Cirsu – commenta – e quindi la continuità del servizio. Abbiamo poi dato mandato al legale che rappresenta il Cirsu di presentare appello contro la sentenza di fallimento».

Il sindaco di Notaresco preoccupato per gli effetti ambientali. «Pieno rispetto per la sentenza e per i giudici. Come sindaco del Comune che ospita gli impianti sono preoccupato degli effetti che la sentenza potrebbe produrre sia sotto il profilo ambientale che sociale». Sono state le prime parole invece del sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura. «Adesso – ha proseguito – si valuterà con l’assemblea dei sindaci per ricorrere e si chiederà subito un incontro con i giudici e i curatori per parlare dei problemi ambientali che potrebbero scaturire sul mio territorio. «L’impianto da domani continuerà a funzionare ed essere gestito in attesa che i curatori ne prendano la gestione – continua il primo cittadino – e sono sicuro che saranno attenti alle decisioni da prendere perché sanno che l’impianto non può esser bloccato così e che dovrà essere gestito per la lavorazione e il trattamento dei rifiuti».  Per i sindaci, è certo comunque che il fallimento non avrà ripercussioni sui bilanci dei Comuni soci i quali rispondono solo per la quota nominale delle azioni.