Piazza Dante: «Dal Comune nessun controllo sulla convenzione con i privati»

TERAMO – Gli arredi e la sistemazione di piazza Dante sono rimasti incompiuti per mancanza di copertura finanziaria, ma adesso c’è un ulteriore aspetto preso di mira dal capogruppo del Pd Gianguido D’Alberto: il mancato rispetto della convenzione stipulata tra il Comune con la società che gestisce il parcheggio. «E’ inaccettabile – per D’Alberto – l’assenza di una regia e di un controllo politico della vergognosa situazione da parte del Comune che sta impiegando tempi biblici per la prevista rimodulazione del Piano economico finanziario stabilito per l’intera operazione. Di fatto, le innumerevoli scadenze, previste e mai rispettate, hanno avuto per effetto indiretto uno smantellamento progressivo di alcuni punti cardine della convenzione posti a garanzia dell’interesse pubblico. In particolare, il termine di scadenza della gestione del parcheggio a pagamento da parte della società concessionaria, che la convenzione fissava al 31 marzo 2011, è stato più volte differito con una serie di proroghe temporanee che hanno spostato nel tempo la riconsegna della piazza alla città e che hanno creato disorientamento e incertezza nei cittadini».  nel mirino di D’Alberto finisce la legittimità di una delibera di Giunta che oltre a sanare una fase pregressa con una sorta di tacito consenso, ha prolungato senza una scadenza certa, di fatto sine die, la gestione dei parcheggi da parte della società, senza una preventiva quantificazione del valore economico della indeterminata gestione supplementare e con evidenti ripercussioni sull’interesse pubblico. D’Alberto si domanda quale sia l’ammontare del mancato introito del canone di occupazione del suolo pubblico in danno del bilancio comunale e quindi dei cittadini teramani. «L’amministrazione – conclude il capogrupo del Pd – ha perso il controllo della gestione di questa vicenda dimostrandosi in balìa di un privato che ha addirittura chiesto una ulteriore proroga della gestione del parcheggio a raso "almeno" per altri 10 anni, fino al 2025, a fronte di un ipotizzato riequilibrio economico quantificato in circa 930 mila euro. «Una situazione vergognosa – conclude D’Alberto – che rischia di sottrarre ancora per lungo tempo alla città la gestione di una zona nevralgica del nostro territorio che dovrebbe tornare invece a disposizione della collettività teramana».