C’è anche la firma dei Fratelli d’Italia-Raimondo Micheli e Mimmo Sbraccia, i due fuoriusciti di recente dalla maggioranza del sindaco, in calce alla mozione di sfiducia che lunedì approderà in Consilio comunale contro il presidente del consiglio comunale Milton Di Sabatino. Raccoglie consensi dunque il documento proposto da Paola Cardelli che lo ha presentato nella conferenza dei capigruppo dopo che Di Sabatino ha sciolto una seduta del Consiglio comunale senza motivazioni disciplinate dallo statuto a farlo. Così almeno sostiene la Cardelli che imputa al presidente del Consiglio comunale scarso equilibrio e imparzialità che dovrebbero essere invece imprescindibili nel suo ruolo di garante. Da qui la richiesta che con il sostegno dei due esponenti usciti dalla maggioranza ha raggiunto la quota delle undici firme richieste dal regolamento per poter presentare la mozione di sfiducia. Micheli e Sbraccia si sono aggiunti ai nove consiglieri di opposizione che avevano già firmato il documento. All’appello mancano solo due rappresentanti del Pd, Maurizio Verna e Alberto Melarangelo, che firmeranno oggi, e Gianluca Pomante. Quest’ultimo non condividerebbe lo spirito dell’iniziativa messa in campo da Paola Cardelli, per cui non andrebbe annoverato tra i sostenitori della sfiducia nei confronti di Di Sabatino. La mozione sarà comunque messa ai voti nella prossima seduta consiliare e per essere approvata dovrà ovviamente ottenere la maggioranza assoluta dei consensi. Tra i consiglieri di opposizione e i due di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale a favore della mozione si esprimeranno di certo in 13, escludendo dal conto Pomante. Per l’approvazione bisogna arrivare a 17 e dunque servirebbero almeno altri quattro voti dalle file della maggioranza. L’opposizione è intenzionata a chiedere il voto segreto, visto che si tratta di pronunciarsi su una persona, e questo potrebbe allettare qualche franco tiratore interno al centrodestra. E di “malpancisiti” ce ne sono sia all’interno del gruppo di Futuro In, ma anche nel gruppo dei civici che già in passato hanno segnato distanze dall’amministrazione e c’è anche il consigliere Campana che da tempo scalpita per un rimpasto. A questo si aggunge che Campana non ha digerito affatto l’ingresso di Mauro Di Dalmazio nelle fila dell’associazione di Quagliariello. Poi c’è Dodo Di Sabatino, di cui sono noti i contrasti avuti con il presidente del Consiglio ma anche le divergenze con la maggioranza del sindaco richiamata più volte a uno scatto di qualità. Per evitare sorprese, invece, l’amministrazione punterà sul voto palese, ma la mozione sul presidente del Consiglio che si ripropone è il termometro del fatto che la maggioranza del sindaco arriva nuovamente col fiato corto alla conta dei numeri.
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