La civica 'storica' sulle nuove civiche: «In diretta relazione con il rimpasto»

TERAMO – Il dinamismo politico che si registra nella maggioranza di centrodestra al Comune di Teramo «è spettacolo poco edificante»,  laddove il termine ‘civico’ affibbiato alle operazioni di formazione di gruppi assume il significato di ‘aggettivo purificatore’, non inteso come «propensione all’interesse della comunità amministrata», bensì come malcelata «finalità conservativa da parte di qualcuno e di posizionamento utile da parte di altri». Come accadde all’indomani della “crisi della presidenza Team", con le dimissioni dell’allora presidente Giovanni Mattucci, diretta sua espressione, la Lista civica "Al Centro per Teramo" torna a far sentire la sua tagliente critica come una rasoiata all’interno della maggioranza di Brucchi. Proprio alla vigilia del ‘conclave’ di questa sera che dovrebbe portare qualche chiarimento in più in seno alla coalizione di governo, il capogruppo Angelo Puglia – peraltro alle prese anche lui con il ‘malpancista’ Campana, che di recente ha reso noto il suo distacco dal movimento che fa riferimento a Mauro Di Dalmazio -, mette ancora puntini sulle "i" ai suoi compagni di esperienza amministrativa. In particolare il riferimento è alla creazione delle nuove civiche, di Dodo Di Sabatino Martina da un lato e di Domenico Narcisi dall’altra: «Sono indiretta e strumentale relazione con l’annunciata verifica di giunta – dice il capogruppo dei dalmaziani -». La ‘vera’ civica, dice Puglia (cioè loro), ha da tempo «evidenziato pubblicamente le criticità che si avvertivano e la necessita di invertire immediatamente la rotta», assumendo posizioni «dure su alcune scelte, ha fatto proposte, ha battagliato sui temi ed ha spesso portato punti di vista diversi che sono serviti a valutare meglio e, talora, anche a ripensare alcune scelte». Sempre costruttivamente e lealmente, da vera ispirazione civica, «non partecipando a giochini politici e rifuggendo categoricamente da atteggiamenti strumentali assunti al solo fine di rivendicare o raggiungere posizioni e poltrone». Anzi, il contrario secondo Puglia, quando cita l’esempio del presidente Team, Mattucci, quando ha fatto un passo indietro «rinunciando anche a ruoli di primissimo piano». Quelle dimissioni furono «rassegnate al fine di favorire un dibattito vero e trasparente sulla Team, sulla sua gestione e sul suo futuro, dibattito che ad oggi, colpevolmente, ancora non si affronta». Qualcuno (chi? il sindaco forse?) «le questioni, i problemi e i temi sollevati siano stati trascurati e si è anzi tentato di minimizzarli e di farli passare nel dimenticatoio senza avere il coraggio di affrontarli e discuterli». Dunque? L’affondo della Lista civica ancora come allora, dopo tanta premessa chiude però con considerazioni di massima: «Di fronte a questo scenario, auspica che ci sia la capacità di arrestare gli impeti e le ambizioni individuali e di rimettere al centro le esigenze, i temi ed i problemi veri della città da affrontare con una azione amministrativa incisiva, efficace e condivisa; in caso contrario, dinanzi ad uno sfaldamento politico improduttivo e deleterio, si certificherebbe la fine di questa esperienza amministrativa e l’unica soluzione utile e doverosa dovrebbe essere la rimessione della parola ai cittadini».