«In Regione c'è dirigente ogni 19 dipendenti». Sindacati sul piede di guerra

TERAMO – «La Regione conta un dirigente ogni 19 dipendenti, la formazione del personale è assente e la riorganizzazione del personale non è mai stata attuata». E’ quanto denunciano in una nota le segreteria della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil e Ugl che hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della Giunta Regionale d’Abruzzo. «Dopo oltre 18 mesi dall’insediamento della Giunta Regionale – si legge nel comunicato – e dopo l’approvazione di una legge regionale di riorganizzazione della macchina amministrativa annunciata in pompa magna, c’è totale trascuratezza nella gestione delle politiche del personale della Regione laddove invece sarebbe quanto mai necessario investire nelle risorse umane. La formazione è carente, gli obiettivi da raggiungere approssimativi». Per i sindacati l’unica attenzione della Giunta Regionale è stata rivolta ai dirigenti. «Tutte le riforme nella pubblica amministrazione contemplano la riduzione del numero dei dirigenti e le Regioni d’Italia si stanno adoperando in tale direzione. Solo Abruzzo- dicono i sindacati – il rapporto tra dirigenti e dipendenti è di 1 a 19, un dirigente costa oltre 170mila euro e non si prevede alcuna riduzione dell’attuale numero ma addirittura si prevede l’assunzione imminente di ulteriori 6 unità». I sindacati sostengono inoltre che retribuzione di risultato dei dirigenti cresce di anno in anno mentre il restante personale, al contrario, vede diminuire di anno in anno la propria busta paga con perdite che superano i mille euro l’anno. Caos totale denunciato le sigle anche sull’organizzazione del personale che dovrà transitare in Regione a seguito della riforma delle province e c’è preoccupazione per la volontà di depotenziare le attuali sedi periferiche e trasferire il proprio personale sulle sedi centrali (L’Aquila e Pescara) senza alcun progetto di lungo periodo. Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono a D’Alfonso, nella sua veste di assessore al Personale una inversione di rotta, dichiarandosoi pronti a chiamare i lavoratori alla protesta.