TERAMO – Il mancato rimpasto in giunta ha susciato lo sdegno anche della consigliera comunale Paola Cardelli, che definisce oggi «surreale nella sua indecenza» la soluzione dell’imbarazzante gioco di potere che fino ad oggi ha impegnato l’amministrazione comunale. Il rimpasto sfumato per la Cardelli è legato alla sfiducia del presidente del Consiglio, Milton Di Sabatino, la cui rimozione non avrebbe scatenato «un vero cataclisma nella ‘nomenklatura’, il cui vero rimedio dichiarato avrebbe dovuto essere il totale azzeramento». A catalizzare la crisi, sempre secondo la Cardelli, si sarebbero aggiunte «la voracità di troppi e la irrefrenabile dissennatezza e lampante impotenza del sindaco». «Fuori da ogni retorica – scrive la consigliera comunale indipendente -, ma con viva indignazione, chiedo di porre fine a questa atroce esperienza di governo che nulla ha dato, ma ancora qualcosa potrebbe togliere a questa Città ridotta quasi allo stremo: non già al Sindaco, ormai definitivamente fuori causa, bensì a quei pochi componenti della maggioranza ai quali ho sempre apertamente attribuito, forse sbagliando, una certa onestà intellettuale nonostante la deprecabile compagine in cui si muovono».
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