A San Gabriele la Chiesa si aggiorna ai peccati del web 3.0

TERAMO – La Chiesa si aggiorna ai "peccati 3.0" e forma i suoi confessori per essere al passo con quelli che vengono considerati i peccati informatici e sociali attraverso Internet. Lo farà al Santuario di San Gabriele, dove è prevista la partecipazione di circa una cinquantina di confessori provenienti da tutta Italia, al corso tenuto dal 3 al 5 febbraio, da don Mauro Cozzoli, docenrte di teologia morale alla Pontificia università Lateranense di Roma. Perchè se da un lato esistono i peccati da sempre considerati gravi per la morale cristiana, al tempo di papa Francesco l’elenco è in continuo aggiornamento, dovendo considerare quelli che vengono oggi commessi con i social media ad esempio. Anche chi naviga in Internet o invia email può peccare, come chi commette abusi sulle chat-line, chi usa profili falsi su Facebook, Twitter, sui blog o Youtube, chi pratica il cyberstalking. Chi naviga sui siti pornografici o commette truffe nascosto nel web. Possono i peccatori informatici ottenere l’indugenza giubilare? Il tema sarà discusso a San Gabriele a proposito della tematica della misericordia, nell’anno santo giubilare dedicato voluto da papa Francesco: tra i corsisti, ci saranno infatti anche alcuni missionari della misericordia che il Papa invierà in tutto il mondo il prossimo 10 febbraio con la facoltà di assolvere dai peccati riservati alla Sede Apostolica. E non a caso, la sede prescelta per questo corso ai confessori è questa basilica ai piedi del Gran Sasso, che ha una grande cappella della Riconciliazione inaugurata il 30 giugno 1985 da San Giovanni Paolo II: qui non c’è crisi delle confessioni e nelle domeniche più affollate non bastano 30 confessori per soddisfare le richieste dei pellegrini.