Settanta anni alla famiglia albanese per il delitto di Roberto Tizi

MARTINSICURO – Diciotto anni di reclusione per Arjan Ziu, di 50 anni, e 17 anni e quattro mesi ciascuno per il fratello Michele (53) e i figli di quest’ultimo, Rudy (26) e Antonio (19), tutti albanesi, accusati dell’omicidio di Roberto Tizi, il 35enne marchigiano freddato con un colpo di pistola, a Martinsicuro il 7 giugno dello scorso anno mentre stava rincasando: sono le condanne comminate dal giudice Roberto Veneziano, al termine del processo con rito abbreviato; il Pm Bruno Auriemma aveva chiesto per tutti una condanna a 30 anni. Il giudice ha disposto anche il risarcimento del danno a favore della parte civile da liquidarsi in separata sede e una provvisionale di 30mila euro a favore dei genitori di Tizi. Ai quattro venivano contestati l’omicidio volontario aggravato, le lesioni personali aggravate nei confronti della compagna di Tizi – che quella sera si trovava in macchina con lui – e il porto abusivo d’arma. Roberto Tizi fu ucciso, appena arrivato sotto casa con la sua auto, da Arjan Ziu con due colpi di pistola calibro 6,35: il primo colpo lo raggiunse mentre era ancora in auto. Un vero e proprio agguato, secondo la Procura, con i quattro che dopo gli spari avrebbero infierito sull’uomo prendendolo a calci in testa mentre era a terra. Secondo la ricostruzione degli investigatori l’agguato mortale sarebbe stato una vendetta per una discussione per futili motivi avuta qualche ora prima dalla vittima con Arjan Ziu. I due si erano incontrati in un bar, avevano discusso e Ziu aveva avuto la peggio. Fermato poco dopo l’albanese aveva confessato le proprie responsabilità, escludendo il coinvolgimento di altre persone e indicando agli investigatori il luogo dove, secondo la sua versione, aveva gettato la pistola, mai ritrovata. I presunti complici furono fermati qualche giorno dopo.