Fallimento Sogesa, cadute le accuse per D'Amico e Cerquoni

TERAMO – A poco più di un anno dall’apertura dell’inchiesta, da parte del pm Stefano Giovagnoni, sul fallimento di Sogesa, società mista pubblico-privata che gestiva il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per il Cirsu, il gip del Tribunale di Teramo Giovanni De Rensis ha accolto la richiesta di archiviazione, avanzata dalla stessa Procura, per Luciano D’Amico e Lunella Cerquoni, finiti nel registro degli indagati per presunti abuso d’ufficio, bancarotta fraudolenta e truffa nella loro qualità, in diversi periodi, di presidenti del cda del consorzio. Lo ha comunicato il legale di D’Amico e Cerquoni, l’avvocato Tommaso Navarra, che ha sottolineato come l’archiviazione arrivi al termine di lunghe e complesse indagini che hanno avuto due proroghe e un’importante consulenza rimessa dal consulente della Procura.

Le indagini, che stanno invece proseguendo per tutti gli altri indagati, erano partite quando l’allora presidente del Cirsu, Angelo di Matteo (che ha mantenuto la carica fino al fallimento del consorzio, decretato dal Tribunale di Teramo nel 2015 e con l’Appello che nei giorni scorsi ha rigettato il ricorso dei Comuni soci) nell’estate del 2014 presentò un esposto sulle gestioni degli anni 2007-2010 ed in particolare sui rapporti con il socio privato e quindi la Deco. «Finalmente è stata fatta luce su una vicenda dolorosa – ha dichiarato il professor Luciano D’Amico», aggiungendo che «i numeri non sono modificabili da nessuna calunnia».

Soddisfazione è stata espressa anche dall’avvocato Tommaso Navarra, per il quale si è «evitato un inutile ulteriore corso procedurale essendo evidente la piena correttezza di operato» dei suoi assistiti, e dalla dottoressa Lunella Cerquoni. «Come ho dichiarato in consiglio comunale – ha dichiarato Cerquoni – sono stati anni di reale sofferenza per accuse ingiuste e immeritate che non hanno comunque cancellato la soddisfazione di aver svolto, grazie anche all’alta professionalità del professor D’Amico, un ottimo lavoro purtroppo vanificato da chi non ha saputo neppure dare corso alle autorizzazioni che avevamo ottenuto».