Sequestrati conti e una villa per un milione di euro al Gruppo Ettorre

GIULIANOVA – È un’inchiesta per evasione fiscale e truffa ai danni di Atac e Arpa quella che ha portato la Guardia di Finanza di Giulianova ad effettuare sequestri per circa un milione di euro tra conti correnti e beni immobili, tra cui una villa in Sardegna, di proprietà dei vertici del gruppo Ettore di Notaresco.

Indagine nella quale risultano indagate tre persone, tutte riconducibili ai vertici della holding che opera da anni nel settore della distribuzione di pneumatici, e la società Gommeur srl, società dello stesso gruppo e che aveva in appalto il servizio full service per le due municipalizzate. A firmare il provvedimento di sequestro il gip Domenico Canosa, che ha accolto solo in parte la richiesta della Procura. Il pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo, aveva infatti chiesto un sequestro finalizzato alla confisca per un totale di circa 8 milioni di euro di cui 2,65 milioni per la presunta evasione, il resto per la presunta truffa: il gip ha però accolto la richiesta di sequestro solo per un milione di euro  per l’ipotesi di evasione evasione, rigettando completamente la richiesta relativa alla truffa in quanto non sarebbero stati chiari i criteri utilizzati per quantificare le somme percepite indebitamente.

L’inchiesta, arrivata a Teramo dalla Procura di L’Aquila, era partita da indagini ad ampio raggio su una vasta evasione fiscale. Indagini che avrebbero portato a verificare come il gruppo avrebbe messo in atto una sistematica evasione fiscale, quantificata in circa 2.650.000 euro negli anni che vanno dal 2011 al 2014, e realizzata prevalentemente attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sempre nel corso della stessa indagine sarebbe emersa la truffa ai danni delle due municipalizzate (quantificata per 3,9 mln nei confronti dell’Atac e di quasi due nei confronti dell’Arpa) rispetto le quali la Gommeur aveva contratti d’appalto per un servizio di full service (controllo pneumatici, allineamento, convergenza).

Secondo la Procura i dipendenti della società dislocati nelle officine delle due municipalizzate, in periodi che vanno dal 2009 al 2014 per l’Arpa e dal 2010 al gennaio 2015 per l’Atac, avrebbero fatto credere che i mezzi avevano bisogno del cambio gomme e cerchi quando non vi era necessità, assicurando così alla società maggiori guadagni.