I 'dalmaziani' elaborano il documento dei 18 punti

TERAMO – Un lungo documento in chiaro stile ‘dalmaziano’, con passaggi quasi obbligati sulle materie predilette, quelle tanto care ad ex assessori ‘vecchi’ (Guido Campana per il sociale e la cultura) e freschi (Giorgio Di Giovangiacomo per i lavori pubblici e il traffico) ma anche su temi di cui il grupo rivendica la primogenia di un ‘timbro’, vedi ipogeo e Teramo ambiente. E’ il documento, si spera finale tra i tanti espressi dalle varie forze politiche della ex maggioranza, presentato questa sera dai componenti della Lista civica Al Centro per Teramo, invitati e presenti all’ennesimo tavolo politico convocato dal sindaco Brucchi. In casa Futuro In c’era anche un ‘Fratelli d’Italia’, quel Mimmo Sbacccia che si vuole protagonista di un’altra diaspora politica dopo quella nella prima civica di Dodo Di Sabatino Martina, e stasera orfano di Raimondo Micheli. Altro incontro poco fruttuoso sul fronte dei numeri, intesi come quelli in cui suddividere il nuovo esecutivo, quanto utile per discutere di coesione, impegno a raggiungere il fatidico traguardo di fine consiliatura e fare la quadra sui documenti programmatrici. Questo spetterà al sindaco che ha commentato positivamente il nuovo documento dei dalmaziani, ritenendolo per alcuni passaggi coincidente «con i temi trattati dalla coalizione e suggeriti dagli altri alleati», ma anche ricco «di spunti interessanti, sui quali lavorare e investire». Puglia e gli altri consiglieri ribadiscono l’essere venuto meno «per il comune di Teramo un vincolo di coalizione politica strutturale così come sorta sin fin dal 2004 e protrattasi fino alle elezioni del 2014», e che l’eventuale rientro in maggioranza sarà «esclusivamente subordinata alla condivisione e realizzazione degli obiettivi programmatici ed amministrativi sintetizzati nel presente documento». Considerando quale causa della perdita di slancio, prospettiva e di una idea della città, «il deterioramento del rapporto con la comunità e la mancanza di obiettivi progettuali coordinati, condivisi e caratterizzanti», i ‘dalmaziani’ indicano 18 punti programmatici che la rinnovata coalizione dovrebbe inseguire. E tra quelli più scontati – quali la riapertura del tavolo di concertazione del masterplan, della creazione della consulta culturale, dei fondi per le associazioni culturali, l’approvazione e applicazione del Piano urbano del traffico -, si segnalano l’istituzione dell’Urban Center (una "casa di vetro" per la costruzione e la rigenerazione urbana con tanto di comitati promotore e scientifico con il coinvolgimento di istituzioni, imprese e professioni), la ricostituzione del Cda della Team con la selezione di manager locali attraverso un bando per la guida della muncipalizzata, sull’esempio di quanto realizzato alla Ruzzo Reti, con lodevole apprezzamento del presidente Forlini e implicita ‘blindatura’ rispetto agli appetiti della civica di Dodo. Appare, infine, particolare, la richiesta di un apposito «regolamento per la disciplina degli affidamenti diretti per opere e servizi e forniture che garantisca rotazioni e pari opportunità, sulla scorta di quanto già fatto dal settore lavori pubblici», laddove proprio questo argomento – la ripetitiva assegnazione di incarichi a un numero ristretto di professionisti – ha costituito critica forte della gestione del settore.