Tornano le tensioni all'Izs tra sindacato e il presidente Di Pasquale

TERAMO – Tornano a farsi agitate le acque all’interno dell’Istituto Zooprofilattico "G. Caporale" e gli elementi di attrito riguardano, ancora, la contrapposizione dialettica del sindacato verso l’attuale presidente del Consiglio di amministrazione, nominato dalla politica, l’avvocato Manola Di Pasquale. Dialettica stavolta condita da non velate minacce di provvedimenti disciplinari e di segnalazione alle «autorità competenti», con tanto di invito alla stampa a non pubblicare il comunicato sindacale, maldestramente richiesto dal presidente del Cda. Ma cosa ci sarebbe di tanto grave nella presa di posizione dei sindacati Fsi e Cgil? Il riferimento «all’atteggiamento intimidatorio ed inqualificabile assunto dal Presidente del CdA – scrivonoi rappresentanti sindacali dell’Izs – nei confronti di un dipendente Veterinario» che avrebbe sottolineato in una mail «l’incoerenza rilevata nell’approvazione del documento di ‘Trasparenza e Integrità IZS 2016-2018’ da parte del CdA». Si torna cioè a parlare, archiviata l’incompatibilità dell’avvocato Di Pasquale, sanata con le dimissioni da consigliere comunale a Teramo – di mancanza di requisiti relativamente alla «comprovata professionalità ed esperienza nel campo della Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare», requisito necessario per assumere la presidenza del Cda. Fsi e Cgil sottolineano che il dipendente riteneva inaccettabile, «con tanto di citazione di articoli di legge a sostegno della sua tesi e soprattutto come Veterinario, la presenza di un Laureato in Giurisprudenza nominato alla Presidenza del CdA senza possedere nel curriculum nessun titolo o esperienza in campo sanitario». Un requisito, tra l’altro, indicato e richiesto anche nel documento di ‘Trasparenza e Integrità IZS’, approvato dallo stesso Cda… Tale riferimento avrebber provocato il risentimento del presidente del Cda che in una lettera inviata al direttore generale Mauro Mattioli, avrebbe chiesto la valutazione di un provvedimento disciplinare nei confronti del veterinario, ‘suggerendo’ anche il possibile ricorso al licenziamento, qualora un dipendente offenda la reputazione di un suo superiore. «Ciò che sicuramente non è legittimo e rappresenta grave abuso di autorità – scrivono nella loro nota i sindacati -, è la minaccia di licenziamento, palesemente tendente a intimidire e condizionare l’attività futura all’interno della realtà Izs del dipendente in questione, che andrebbe difeso e tutelato non solo dal Sindacato Veterinari ma da tutti i Veterinari dell’Izs (e non solo), a partire dai dottori Colavita e D’Alterio, membri dello stesso Cda di cui fa parte l’avvocato Di Pasquale». Condannando senza riserva il contenuto della lettera inviata dal presidente al direttore generale, Fsi e Cgil chiedono provocatoriamente a Mattioli «di essere essi stessi mandati in commissione disciplinare con il dipendente in questione perché, anche se ognuno è responsabile del come esprime ciò che pensa, vi è assoluta concordanza nel principio di fondo a sostegno di tutta la discussione instauratasi tra il Veterinario di che trattasi e il Presidente del Cda, Dr.ssa Manola Di Pasquale».