BASCIANO – Un funerali svolto in un silenzio surreale, con la commozione che si poteva toccare con mano. A rendere ancor più doloroso l’addio, quella piccola bara bianca, scortata da un corteo di bimbi, con i palloncini bianchi e i volti rubati dallo stupore, frastornati e spaesati. Dietro a loro c’è Diana Scarpantonio la piccola di 9 anni vittima del tragico incidente stradale lungo la statale 150 a Zampitto, intrappolata nell’auto condotta dal papà. Un addio purtroppo senza la sua famiglia, quella famiglia che tutti in questo paese oggi in lutto cittadino, conoscono e raccontano come felice, sorridente, affiatata: il destino l’ha attraversata come un coltello affonda nel burro, l’ha separata, flagellata e mutilata. Papà Giulio e mamma Emilia hanno salutato il feretro della loro primogenita all’obitorio del Mazzini, lui in carrozzina e con le braccia ingessate, lei trasferita con il letto di degenza perchè costretta a letto dalla frattura del bacino; le due sorelline, separate anche loro, la più piccola, 3 anni appena, in pediatria con una prognosi di un mese, l’altra, quela di 6 anni, in rianimazione, ancora in prognosi riervata. Ma il paese di Basciano, unito nella disgrazia, ha rispoto all’appello del sindaco che ha decretato il lutto cittadino, e ha partecipato in massa. C’erano oltre mille persone, dentro e fuori la chiesa di San Flaviano, per ascoltare la toccante e struggente omelia di padre Battista e accompagnare in corteo fino al camposanto la bara della piccola Diana. Di lei resterà, indelebile, quel bel sorriso di una bambina che non ha avuto il tempo di vivere la sua vita.
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