Primo prelievo di Dna in questura di Teramo su un condannato

TERAMO – Per la prima volta nella questura di Teramo è stato effettuato un prelievo di Dna a seguito di una sentenza di condanna emessa dal tribunale di Teramo, seguita all’arresto da parte della squadra mobile, di un 40enne a cui è stata contestata la produzione e commercio di sostanze stupefacenti. In ottemperanza alle nuove disposizioni entrate in vigore lo scorso 10 giugno, l’uomo è stato sottoposto al prelievo del Dna, tramite apposito tampone salivare da un campione di mucosa. I risultati verranno trasmessi alla Banca Dati Nazionale che si trova presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Il Dna viene prelevato a coloro che vengono tratti in arresto o sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, dopo la convalida dell’Autorità Giudiziaria; ai destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari (anche presso una comunità); a coloro che vengono condannati con sentenza definitiva alla detenzione o ad una misura alternativa alla detenzione ed ai destinatari di una misura di sicurezza detentiva in via provvisoria o definitiva. Può essere effettuato anche nei confronti di soggetti che hanno commesso delitti, non colposi, per i quali la legge consente l’arresto facoltativo in flagranza ad esclusione di alcune tipologie di reato quali quelli contro la pubblica amministrazione, quelli commessi da pubblici ufficiali, i reati fallimentari, societari o tributari.

L’accesso ai dati contenuti nella Banca dati nazionale del DNA è consentito agli Agenti di Polizia Giudiziaria ed all’Autorità Giudiziaria per indagini, identificazioni (anche di persone scomparse) e per attività di collaborazione internazionale con le Polizie ed Autorità Giudiziarie  di altri Paesi.