Castelli, zona rossa e attività in ginocchio: 37 famiglie sgombrate

CASTELLI – Castelli è un borgo fantasma, il sisma di domenica ha aggravato i danni già ingenti che quete zonesi portano dietro dal terremoto del 2009 dell’Aquila. Il centro storico di uno dei ‘Borghi più belli d’Italia’ è chiuso, zona rossa per chiunque. «Contiamo ben 37 famiglie sfollate e numerosi crolli – dice sconsolato il sindaco Rinaldo Seca -: la chiusura del centro storico è stata una scelta obbligata. C’è da comprendere che in un paese che vive di turismo e che fa leva sulla sua bellezza ed attrattività la chiusura del centro storico è un fatto di gravità inaudita». Inutile sottolineare che la ricostruzione del centro storico a seguito del sisma del 6 aprile non è neppure cominciata a causa delle lungaggini burocratiche e quindi il nuovo sisma non ha potuto che aggravare una situazione già drammatica. «Il paese sta morendo a causa dei danni al patrimonio storico-architettonico – dicono i residenti -, del turismo, primaria fonte di reddito per oltre il 90% della popolazione, e dello spopolamento, effetto indiretto ma innegabile del sisma». Quelle poche famiglie rimaste nel nucleo storico della paese, dopo il sisma del 2009, sono state trasferite in alberghi ed agriturismi. Chiuse molte attività commerciali e di servizio primario al cittadino: l’ambulatorio medico, la farmacia, l’edicola e numerose botteghe di ceramica. A ciò si aggiungano l’inibizione all’ingresso per danni ingenti a tutti i cimiteri ed il necessario trasferimento della sede comunale, oltre che il parziale crollo del tetto dell’antico convento e sede museale e danni ingenti ad alcune chiese di rilevante pregio storico ed artistico. Le abitazioni inagibili sono inoltre molte anche nelle varie frazioni e zone rurali. A rischio chiusura la provinciale 37, unica via di accesso al borgo per il timore di crolli dalle abitazioni lungo il percorso. La capitale della ceramica dunque è già un paese fantasma.