Rifiuti, nei prossimi 5 anni la Regione punterà su 'porta a porta' e recupero di materia

PESCARA – Riorganizzazione dei servizi di raccolta, basati su sistemi domiciliari e, in particolare, sul ‘porta a porta’, no a qualsiasi ipotesi di realizzazione di un inceneritore, introduzione del modello basato sul ‘recupero di materia’. La Regione Abruzzo presenta il Piano di gestione dei rifiuti 2017-2022, che prevede 76 milioni di investimenti, di cui 36 già attuati, per circa 160 tra progetti e impianti pubblici quali centri di riuso, centri raccolta differenziata e piattaforme ecologiche. Il nuovo Piano "consentirà di avviare la stagione dell’economia circolare in Abruzzo".

Lo strumento – il Piano andava approvato entro il 2013 e l’Abruzzo rischia infatti l’ennesima procedura di infrazione – è stato presentato, in conferenza stampa, a Pescara, dal sottosegretario alla presidenza della Regione con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, e dal dirigente del settore Rifiuti dell’ente, Franco Gerardini. Dovrebbe approdare in Consiglio regionale entro marzo 2017.

E’ prevista, tra l’altro, la riorganizzazione dei servizi di raccolta, privilegiando soprattutto il ‘porta a porta’, per
raggiungere entro il 2022 l’obiettivo minimo di raccolta differenziata al 70% (nel 2015 era al 49%). Rispetto alla situazione attuale, con il piano si dovrebbe arrivare a una "contrazione della produzione complessiva", a un "considerevole aumento dei quantitativi di rifiuti avviati a recupero di materia", al "contenimento dell’avvio a recupero energetico" e a una "significativa contrazione dello smaltimento in discarica". La Regione individua il modello del ‘recupero di materia’ sia attraverso il ‘porta a porta’ sia attraverso il recupero "possibile" dei rifiuti indifferenziati. Il tutto anche attraverso "adeguamenti impiantistici che potranno consentire la
qualificazione del rifiuto attraverso l’intercettazione delle componenti valorizzabili". Il Piano disegna un "modello gestionale basato su prestazioni medie attribuite al complesso delle filiere di trattamento". Gli impianti di Trattamento meccanico-biologico (Tmb) con recupero di materia spinto prevedono "lavorazioni finalizzate ad estrarre dal rifiuto indifferenziato residuo frazioni recuperabili in forma di materia (es. plastiche, carta, metalli) quantificabili in circa il 15% del flusso trattato".