Rosci scrive dal carcere: «Mi hanno negato il voto, non mi tolgono la coscienza di invitare al No»

TERAMO – "Con la condanna mi hanno tolto il iritto di voto ma non la coscienza e la testa di lanciare un appello a votare no": è questo il messaggio che arriva dal carcere da Davide Rosci, il leader teramano di Azione Antifascista, che sta scontando la condanna per aver partecipato alle devastazioni di Roma, nel corso della protesta degli ‘indignados’, e all’incendio di un blindato dei carabinieri. 
In poche righe ‘traghettate’ all’esterno del penitenziario, Rosci definisce "capolavoro di ingiustizia" la sua condanna a 9 anni di reclusione «per aver sorriso dinanzi ad un blindato che prendeva fuoco», e che ha stabilito anche la perdita del diritto di voto: «Ragion per cui il 4 dicembre non potrò esprimere la mia volontà. Attraverso tale provvedimento restrittivo qualcuno ha creduto bene che io perdessi anche la mia coscienza politica ma non sanno, al contrario, di averla solo rafforzata. Questo modo di agire, tipico della peggior dittatura, ci riporta indietro al periodo fascista ed io, da buon comunista, non intendo restare in silenzio. Avranno anche ottenuto che materialmente non voti – dice Davide Rosci -, ma nulla può impedirmi di lanciare il mio appella a votare No. Se anche un solo indeciso, leggendo queste poche righe, si recherà al seggio, io idealmente avrò esercitato questo importante diritto conquistato grazie al sangue di milioni di uomini e donne. Difendiamo la Costituzione nata dalla Resistenza! votando No».