Cabinovia, dal rettore l'ultimo appello al Comune: «Collaboriamo o ci rivolgeremo altrove» VIDEO

TERAMO – Un ultimo appello alla collaborazione sinergica sul territorio, che ha l’occasione di sfruttare il valore aggiunto dell’Università, che si conferma anche quest’anno grande attrattore di studenti e dottorandi, è stato lanciato oggi dal rettore Luciano D’Amico, nel conferenza stampa di fine anno al Campus Saliceti. Convinto che oggi la competizione non si giochi più tra «singole istituzioni ma tra contesti», ha rinnovato la disponibilità a una collaborazione con il Comune di Teramo, e non solo per la realizzazione della cabinovia tra il centro storico e Colleparco, o il recupero dell’ex manicomio. Ma è sicuramente l’ultima chance, dopo quelle perse con l’ospitalità fornita al Conservatorio Braga – «che ci siamo accorti essere andato via da qui dove avevamo offerto una sede, solo perchè non abbiamo più sentito suonare…» – o dell’ipotesi di Centro integrato per la ricerca con l’Izs (che il ministro Lorenzin propriio venerdì scorso ha detto, lapalissianamente, non essere fattibile giuridicamente, ndr).

L’appello alla classe dirigente. «Le altre città universitarie abruzzesi – ha detto D’Amico – stanno correndo, ma non stanno correndo da sole, stanno facendo un lavoro di squadra, con dotazioni infrastrutturali e scelte urbanistiche», come Pescara e Chieti: «Noi ce la stiamo mettendo tutta e abbiamo recuperato grosso terreno e posso dire che riusciamo non solo a tenere testa ma siamo stati in molti casi anch promotori di iniziative straordinarie. Ora però dobbamo scegliere siamo di fronte a un bivo: noi poassiamo andare avanti benissimo da soli – è stato il monito del Rettore -, abbiamo dato disponibilità e ne abbiamo ricevuto le risposte che sappiamo, adesso vuol dire che guarderemo altrove». Che non significa come accaduto in passato, anche con forti polemiche, minaccia di spostamento della sede, ma «che ci rivolgeremo ad altri enti ed istituzioni. volendo fermamente rimanere qui a Teramo». Da qui l’appello «alla classe dirigente, senza distinzioni di destra o di sinistra: vogliamo provare a farlo insieme un pezzo di strada? Noi ci siamo – ha detto Luciano D’Amico – altrimenti noi come università avremo comunque ottenuto un risultato straordinariamente positivo, il territorio credo uin pò meno. Se faremo gioco di squadra possiamo competere con gli altri territori».

La cabinovia e lo spauracchio D’Amico candidato. D’Amico non ha preso bene il diniego a poter esporre il progetto della cabinovia al consigio comunale che si riunirà martedì prossimo proprio per questo. «Ci sarà il Governatre – ha detto – che meglio di tutti potrà farlo (ma D’Alfonso ne parlerà in commissione consiliare,  lunedi mattina, e non in consiglio, ndr) – ha risposto in sala prima di tornare a illustrare l’idea che il Masterplan finanzierà con 10 milioni di euro. «Hanno detto di tutto su questa opera che adesso realizzano dovunque – ha sostenuto il rettore –. Hanno detto che è su terreno franoso quando oggi si costruiscono su palude con pilastri mobili, oppure che costa la manutenzione e abbiamo ribadito che l’università si farà carico di tutti i costi di gestione, hanno detto tanto. Ma l’Università realizza questa opera non per vezzo proprio, quanto perchè potrà rendere più competitiva la città e il suo centro storico per gli studenti fuori sede e per queli che abitano in centro e perdono molto tempo per raggiungere Colleparco. Senza dimenticare che questo quartiere ha 2.700 residenti». Sollecitato a riflettere sui perchè di tanta difficoltà di dialogo, non solo sul progetto della cabinovia, D’Amico ha ‘dribblato’ sulla possibilità che la sua figura incuta timori politici, in vista di eventuali candidature. Lo ha fatto con una battuta: «No perchè io da cittadino sarei preoccupato all’idea di D’Amico sindaco, per la mia incapacità delle conosccenza in materia amministrativa… E sono contento che ll presidente Mattarella non abbia pensato a me come premier ma a Padoan o a Grasso…».

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