TERAMO – Per l’ex assessore Rudy Di Stefano dopo il piano neve anche la sconfitta elettorale nel rinnovo del consiglio provinciale è colpa del sindaco Maurizio Brucchi. All’indomani della perdita da parte del centrodestra di un consigliere (da 6 a 5), ad opera del voto ‘traditore’ di due consiglieri comunali della semi-maggioranza del capoluogo, Di Stefano spiega questo con la politica dei "rimpastini" operata dal primo cittadino, che non ha saputo gestire la "mala educazione" dei suoi consiglieri di «mettere al primo posto le ambizioni personali in barba all’interesse collettivo». Di Stefano ha di fatto lanciato la sua campagna elettorale, definendo chiusa l’era del "modelo Teramo": «Se si vuol davvero amministrare seriamente, mettendo al centro le problematiche della Città, rigenerando profondamente nel metodo e nel merito il centrodestra beh… allora bisogna guardare in faccia alla realtà e dire le cose come stanno: ciò si è verificato perché l’allenatore, in primis, ha ripudiato da tempo il gioco di squadra, applicando lo schema del "dividi et impera", questo forse ti fa vincere qualche partita però, non solo non ti fa vincere il campionato, ma ti porta direttamente verso una sonora retrocessione (e purtroppo retrocede anche la Città)». Per Di Stefano «si è deciso di andare avanti a suon di verifiche e rimpastini, arrivando ad oggi scoprendo che il sindaco, dopo aver perso la maggioranza uscita dalle urne, ha perso anche quella consiliare. Ritengo che non sia troppo tardi – conclude l’ex assessore della lista Futuro In -, che si possa azzerare tutto e ripartire con una nuova proposta politica, che si faccia chiaramente giudicare prima dai cittadini e non dai tavoli politici, altrimenti prima o poi si voterà e ci penserà l’elettorato a cacciare "i mercanti dal tempio"».
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