Addio Davide, «vissuto sempre per aiutare gli altri» FOTO VIDEO

TERAMO – Se ci fosse un senso per spiegare la morte, nessuno di essi potrebbe fare al caso della scomparsa di Davide De Carolis, strappato alla vita a 39 anni, mentre correva ancora una volta a dare aiuto a qualcuno in difficoltà, a bordo di quel maledetto elicottero del 118 venuto giù a Campo Felice. Lo raccontano le lacrime che segnano i volti scavati dal dolore, di tutti quegli ‘angeli rossi’ del soccorso alpino che cercano ancora di farsi una ragione della morte di un uomo e padre votato all’altruismo e che oggi hanno riempito la chiesa dove la città di Teramo, in lutto, ha celebrato le sue esequie. E’ più volte risuonato l’applauso nella Cattedrale dove Davide era stato battezzato, per accarezzare le commoventi parole della sorella Chiara, che gli chede di «illuminarmi ancora, tu che sei il mio sole, la mia neve, la mia roccia», e quelle dell’amico parroco don Filippo Lanci, che ne ricorda dai tempi di Pietracamela la condivisione dell’amore per la giustizia e la libertà, «che è vissuto sempre ‘per’, lui che è vissuto abbastanza perchè la sua vita avesse un senso e al quale noi adesso guardaremo come l’amico che non ha fallito, che ha saputo costruire ciò che doveva». ""
Il vescovo metropolita Michele Seccia, ha invitato a testimoniare «la speranza attiva, operosa e concreta vissuta da Davide e da tutti i volontari, non per protagonismo ma per altruismo, non per farsi vedere ma per far vedere a noi, che con troppa facilità battendo le mani crediamo di accontentare chi ci ha fatto del bene», ricordando come spesso nel nostro vivere quotidiano in cui si realizza quella società che tutti vorremmo, non sempre tutti contribuiamo ad edificare. Davanti ai gonfaloni dei Comuni di Teramo e Pietracamela, alla bandiera listata a lutto del Liceo classico Melchiorre Delfico, tra le forze del soccorso schierate accanto al feretro, dai vigili del fuoco ai volontari di Croce Rossa, al personale del 118, alle guide alpine, agli uomini del suo Corpo Nazionale di soccorso alpino e speleologico, c’erano anche i tre sindaci di Teramo, Pietracamela e Montefino, Maurizio Brucchi, Michele Petraccia ed Ernesto Piccari, assieme al presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino. Proprio Brucchi ha salutato il feretro in chiesa ringraziando Davide e i suoi colleghi per l’opera svolta nelle emergenze e nella quotidianità dei soccorsi, annunciando la prossima intitolazione di una zona della città al volontario scomparso. La salma ha lasciato piazza Orsini tra due ali di follaper tornare all’Aquila prima della cremazione.