Le opposizioni: «Basta a vivere sulla pelle dei cittadini, Brucchi si dimetta»

TERAMO – Le reazioni della maggioranza sono pesanti, semmai ci fosse il bisogno di aggravare ancor più questa situazione. Per Fabio Berardini del Movimento 5 Stelle, «la maggioranza sta sprecando ancora soldi soltanto dalle tasche dei cittadini, nominando tre assessori pagati dai cittadini che invece potrebbero essere spesi per le famiglie, per le scuole, per i commercianti. Basta con questa politica dello scambio, il sindaco dia le dimissioni». Secondo il capogruppo del Pd, Gianguido D’Alberto, la mancanza del numero legale è «atto di sfiducia della maggioranza al ‘Brucchi quater’, uno schiaffo alla decisione di allargare la giunta. E non è stato neppure sufficiente applicare il numero massimo di assessori – continua l’esponente Dem – per continuare a far vivere questa amministrazione che campa sempre sulla pelle dei cittadini. Ma il dato di fatto è che questo centrodestra è in crisi permanente da oltre due anni: prendano atto e assumano un atto responsabilità che in questo momento significa interrompere questa amministrazione».

L’arancione Gianluca Pomante ha esposto una maglietta con l’ironia dei numeri, laddove quelli degli assessori, sei prima, nove adesso, sommati a un mezzo, fanno sempre zero. Quel mezzo è riferito all sindaco? «Sì perchè abbiamo un sindaco part-time, nonostante stia invocando l’emergenza come motivazione per la nomina di questi assessori. Infatti ci saremmo aspettati innanzitutto un sindaco h24, a tempo pieno per l’emergenza e poi eventualmente la nomina degli assessori. Invece accade il contrario: questo dimostra che le poltrone servono per consolidare i voti del sindaco. Tanto lo sappiamo già, lo ha annunciato lui di essere stato investito da Forza Italia della nuova rappresentanza e dunque da gennaio 2018 ci lascerà per candidarsi, lasciandoci in mano al commissario. Oggi dovevano essere discussi importanti provvedimenti come la rottamazione delle Cartelle esattoriali e la convenzione Adsu: lo sapevano ma non ne hanno il minimo interesse. Andranno avanti fino a dicembre con poltrone e incarichi e poi torenranno a dividersi la torta».