Brucchi il giorno dopo: «La palla è al centro, adesso vediamo chi gioca questa partita» INTERVISTA

TERAMO – «Questo atto rimette la palla al centro di una partita, forse la più importante che questa città abbia mai giocato: ora bisogna entrare in campo e giocarla questa partita». Il sindaco Brucchi dopo aver riflettuto una notte dopo il Consiglio, per decidere di dimettersi, ha atteso altre 24 ore per parlare della sua decisione. E il messaggio lanciato dal primo cittadino da ieri dimissionario è chiaro: sono in grado di rimandare tutti a casa e ho fatto la prima mossa, adesso esca allo scoperto chi davvero vuole aiutare questa città, altrimenti tra venti giorni sarà commissariamento.
«Non ci sono più le condizioni – ha detto Brucchi – per quello che si è determinato in questa città: questa è città in grande difficoltà e le mie dimissioni sono un senso di responsabilià nei confroni della comunità che amministro, che va messa al primo posto e all’inizio di ogni discorso: adesso ci sono venti giorni e l’orologio è partito. Bisogna giocare una partita da vincere ma per farlo occorrono 11 giocatori, pronti a combattere per lo stesso obiettivo».
Dal profilo Facebook, come dai messaggi e le attestazioni dirette in giro per il mercato di un sabato tornale ‘normale’ per il primo cittadino, testimoniano un sostegno morale a Brucchi da parte dei cittadini che gli chiedono di ritirare le dimissioni: «E’ un dato che ho riscontrato già dal pomeriggio di ieri e fino a tarda notte e anche questa mattina girando per il mercato – ha detto Brucchi -. Lo apprezzo molto: sono 17 anni che sono amministratore in questa città, ritengo di aver dato molto e tutto quello che potevo».
Ma Brucchi si è già confrontato con la sua coalizione? «Ho solo comunicato la mia scelta, non ho parlato con nessuno, ho bisogno anche io di rifelettere. Non nego – ha aggiunto – che per me è stata una scelta molto sofferta, non mi sono mai tirato indieto: adesso è il momenro di pensre a quello che è davvero importante, non per noi, ma per questa città ed è una riflessione a 360 gradi che pero devono fare tutti. E’ arrivato il momento di farlo. Io non sono nessuno per giudicare l’operato degli altri, vediamo: di sicuro io sono molto determinato, ho ritenuto fosse la cosa più importante daa fare ma non è un segnale di abbandono, io ci sono, la palla è al centro».