Elezioni al veleno, Dedo replica a Di Gialluca: «Non servono i soldi ma l'istituzione Aci»

Non si placano le polemiche tra competitor nelle elezioni della nuova governance dell’Automobile Club di Teramo, che sono in programma domani nelle due delegazioni di Teramo e Giulianova. Oggi scende in campo il noto pilota teramano Alfredo De Dominicis, che replica al presidente uscente Vincenzo Di Gialluca e rigetta le strumentalizzazioni «ai danni dello sport e della passione per l’automobilismo. Queste sono argomentazioni povere da parte di chi è semplicemente arroccato su posizioni di potere – scrive Dedo a proposito delle accuse alla cordata di voler drenare fondi dell’Aci per sostenere per finanziare scuderie e manifestazioni sportive -. Il nostro impegno a supporto di Carmine Cellinese nasce sia dalla volontà di difendere il ruolo di primo piano dell’Aci di Teramo e di potenziare ciò che funziona in relazione ai rapporti con le delegazioni, ma anche di colmare un gap in termini di ruolo istituzionale e rapporti col territorio attorno all’Aci diventato nell’immaginario comune solo l’ufficio dove si paga il bollo». Secondo Dedo, che sostiene Cellinese assieme ai componenti del Comitato organizzatore della Mille Miglia, le migliaia di soci teramani dell’Aci «si traducono in un cartello che può fare massa critica con le istituzioni per pungolare migliori infrastrutture per gli automobilisti, ma anche servizi e cultura in termini di sicurezza stradale e mobilità sostenibile. E personalmente – aggiunge il driver – credo che si possa anche migliorare la redditività di alcune voci, a partire dagli impianti di rifornimento di proprietà dell’ente». Dedo, anche in qualità di consulente Aifos (l’associazione italiana dei formatori che gli ha affidato la stesura del protocollo formativo nazionale sui corsi di guida per dipendenti aziendali) tiene tuttavia a sgomberare il campo da ombre gettate da Di Gialluca circa il fatto che la lista avversaria punti a destinare i soldi dell’Aci a manifestazioni sportive: «Non è così – dice Dedo – in primis per le stesse motivazioni che ha mosso Di Gialluca circa i vincoli della legge Brunetta che impongono paletti precisi. E in secondo luogo respingiamo questa lettura per il semplice fatto che le manifestazioni e le iniziate sportive legate all’automobilismo non necessitino di contributi economici da parte dell’Aci perché, se ben organizzate, si autofinanziano con tasse di iscrizioni e sponsor privati. E per di più hanno ricadute importantissime in termini di indotto per il territorio quanto mai necessario in questo momento in cui la ricostruzione è il principio fondante per tenere in vita la nostra comunità. Pertanto basta a illazioni sugli interessi economici che muovono le persone a sostegno di Cellinese. Piuttosto noi lamentiamo l’isolamento in cui l’Aci di Teramo si è trincerato e la mancanza di coordinamento che ha portato ad esempio agli organizzatori della Mille Miglia a costituirsi in un comitato di lavoro. In altre città, come Ascoli, è stata invece proprio l’Aci a sottoscrivere i contratti con Mille Miglia e ad assumersi la responsabilità. Invece a Teramo l’Aci si è presa i meriti e il ritorno di visibilità senza assumersi obblighi e adempimenti contrattuali in prima persona. Tant’è che le condizioni sono talmente proibitive che la Mille Miglia è stata interrotta».