'Mazzini' in lutto per la morte dell'infermiera Silvia e del compagno tra le rapide a Caramanico

TERAMO – Ha suscitato grande cordoglio e commozione, all’ospedale Mazzini di Teramo, la notizia della morte di Silvia D’Ercole, la mamma 32enne precipitata assieme al compagno Giuseppe Pirocchi, nelle rapide del fiume Orta, a Caramanico Terme. La coppia era in gita con altri famigliari e si sarebbe avvicinata troppo alle spettacolari rapide, in una zona interdetta, è scivolata in acqua. Smentita la versione, secondo la quale i due si fossero avvicinati troppo al baratro perchè volevano scattare un selfie. Silvia D’Ercole, nativa di Roma ma residente con il marito a Scerni di Chieti, era infermiera nel reparto di malattie dell’apparato respiratorio diretto dal dottor Luigi Di Re. In ospedale la conoscevano in tanti e non solo i colleghi di lavoro, che l’apprezzavano per disponibilità a una grande dose di umanità, soprattutto verso gli assistiti. Una tragedia che ha lasciato tutti attoniti e che porta il pensiero alla famiglia distrutta e ai due bimbi di 5 e 8 anni, adesso orfani.

""LA TRAGEDIA IERI A CARAMANICO. I coniugi volevano probabilmente fotografare più da vicino le rapide. La tragedia nell’arco di pochi secondi. La pietra liscia, bagnata e scivolosa, ha prima fatto cadere Silvia. Quindi Giuseppe Pirocchi, nel tentativo di salvarla. Le rapide hanno inghiottito entrambi. Dopo l’allarme si sono mobilitati immediatamente 118, Vigili del fuoco e carabinieri. Le operazioni di recupero si sono concluse alle 21. Le salme sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale di Chieti. In mattinata è attesa la ricognizione cadaverica che servirà a stabilire le cause della morte. Poi il magistrato di turno, Valentina D’Agostino del Tribunale di Pescara, deciderà se disporre ulteriori accertamenti prima di restituire le salme alla famiglia. I Carabinieri della compagnia di Popoli e i Forestali stanno raccogliendo testimonianze per ricostruire la dinamica dell’incidente, avvenuto nella Valle dei Luchi, una zona molto suggestiva del fiume Orta caratterizzata da canyon e vere e proprie rapide, lontana dai sentieri, dove le pietre in alcuni tratti possono essere molto scivolose.

LO ZIO: «NESSUN SELFIE, SONO SCIVOLATI SU UN CAMMINAMENTO». «Non stavano facendo nessun selfie quando è accaduta la disgrazia». Così Donato D’Ercole, zio di Silvia, la donna che il primo maggio, nel corso di un’escursione, ha perso la vita nel fiume Orta, nel Pescarese. Secondo il racconto riferito dallo zio, raggiunto telefonicamente mentre si trovava nella camera mortuaria dell’ospedale di Chieti, la nipote sarebbe caduta nel fiume dopo essere scivolata sulla melma. D’Ercole ha appreso della dinamica dell’incidente dalle altre due nipoti, le sorelle di Silvia, Angela e Daniela, in escursione con la coppia e i figli di quest’ultima. Il compagno, di Silvia, sempre come riferito dallo zio della donna, Giuseppe Pirocchi, mentre cercava di salvarla è finito anch’egli inghiottito dalle rapide.

I FUNERALI DOMANI CON IL LUTTO CITTADINO. Il sindaco di Scerni, Alfonso Ottaviano, paese di provenienza di Silvia e Giuseppe, ha proclamato per domani il lutto cittadino durante la celebrazione dei funerali, a Scerni, nella chiesa di San Giacomo alle ore 16.30 officiati dal parroco don Graziano Fabiani. Su Facebook, il Comune di Scerni ha aggiornato la sua immagine del profilo istituzionale con la bandiera italiana listata a lutto. Il sindaco Ottaviano parla di "tragica fatalità" ed evidenzia "il dolore di tutto il paese per due bambini che in un attimo sono rimasti senza genitori. Pur avendo alle spalle una solida famiglia non saranno lasciati soli". Alla camera mortuaria dell’ospedale di Chieti, dove sono stato portati i corpi, in tanti oggi, tra parenti e amici, hanno testimoniato vicinanza e dolore.