La lunga strada da Padova a Teramo, il giallo delle analisi dell'8 maggio che mancano

TERAMO – Come è possibile che le analisi chimiche e batteriologiche sui campioni di acqua del giorno in cui è stata segnalata la non conformità nel sapore e nell’odore, lunedì scorso, non sono ancora disponibili? E’ un vero e proprio giallo. Per l’intera giornata, sia la Procura di Teramo che gli altri soggetti interessati, leggi prefettura, Provincia, Comuni e Ruzzo, ma soprattutto l’opinione pubblica, quella stessa mandata in panico dall’allarme sulla non potabilità dell’acqua, hanno atteso invano che dal laboratorio dell’Università di Padova provenissero dei risultati fondamentali per capire cosa sia successo dalle parti delle sorgenti del Gran Sasso, tre giorni fa. I tentativi di sollecitare Arta e Asl a fornire elementi analitici di supporto a quanto ritenuto esserci sulla base dell’olfatto e del sapore, sono stati inutili.
Proprio in serata la prefettura di Teramo con una nota ha reso noto la conformità ai parametri della qualità dell’acqua, per come risulta nei prelievi di controllo ulteriori del pomeriggio di ieri. E questo aggiunge mistero alla vicenda: c’è la disponibilità delle analisi del 9 maggio (addirittura sei in una notte), finanche di quelli del 4 e del 5 in cui si concentra l’attenzione per la concomitanza con i lavori di manutenzione all’interno del Traforo autostradale, ma non ci sono ancora quelli dell’8 maggio, i più importanti, quelli decisivi per chiarire.
Adesso la riflessione da fare è una: se l’Arta e il Sian hanno rllevato quacosa di anomalo "nel sapore e nell’odore", si sarebbero dovuti affrettare ad un appofondimento chimico, analitico. A quanto pare però, la richiesta di analisi avrebbe seguito una procedura ordinaria e non urgente, in chiarissima contraddizione, invece, con l’allarme diffuso urbi et orbi tra i cittadni di 32 Comuni, allarmati a non utilizzare per uso idropotabile l’acqua dei rubinetti. Come? Se non è potabile, non è il minimo chiedere subito analisi con procedura urgente, per scoprire cosa c’è in quell’acqua? Non solo. A distanza di due giorni quelle analisi non sono disponibili nemmeno in maniera ‘ordinaria’? Potrebbe, allora, farsi strada il sospetto che non ci siano campioni di quell’acqua, per quel giorno, da sottoporre o sottoposti ad analisi? Oppure che ci sia imbarazzo nel diffondere risultati che denuncerebbero quantomeno una grave superficialità nell’aver diffuso un allarme, a oggi ingiustificato?
La giornata di domani, giovedì, sarà decisiva per capire: è probabile che il presidente della Ruzzo Reti chieda ufficialmente e urgentemente, quantomeno al Sian e all’Arta, se non alla magisratura, di rendere dispoibili tutte le analisi dal 4 maggio a ieri, per valutare quali siano le responsabilità di questa emergenza.