TERAMO – Ha il sapore della ripicca politica il conferimento dell’incarico di capogruppo del Pd in consiglio comunale al consigliere Flavio Bartolini. Lo ha nei confronti di Maurizio Verna, che dei tre consiglieri Dem rimasti sotto i colori del partito nell’assise civica dopo l’uscita di D’Alberto, Di Timoteo e De Sanctis, era quello in pole position per la nomina. Non per decision divina bensì per riconoscenza all’appartenenza, all’esperienza, alla storia e all’anzianità di tessera di partito. Ma così non è stato, ed essendo riservata al gruppo consiliare la decisione, il parere di Melarangelo e di Bartolini, ovvero di tesserati la cui posizione non è proprio vicina al neo commissario Sandro Mariani, bensì ai suoi oppositori (leggi Manola Di Pasquale e Dino Pepe), il loro parere ha pesato per l’indicazione di Bartolini. Verna ha ritirato la sua disponibilitàa partecipare ai lavori delle commissioni comunali, a cominciare da quella urbanistica, ritenendo che sia compito di Bartolini adesso ma ribadendo di essere ancora e a lungo del Partito democratico. Un’altra patata bollente, dunque, che arriva suk tavolo del commissario Mariani, chiamato ad esprimersi, da coordinatore comunale in carica, sulla diatriba interna al gruppo consiliare del Comune capoluogo, già al centro di terremoti che ne hanno sconquassato l’equlibrio politico e la presenza numerica.
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