Manola: «Sindaco, ecco perchè è scoppiata questa 'guerra'»

TERAMO – Ecco il testo integrale della lettera inviata da Manola Di Pasquale al sindaco Brucchi che la chiama in causa nella mediazione tra Acs e Primo Riccitelli, nella polemica sulla gestione della stagione di prosa al Teatro Comunale.

«Raccolgo volentieri l’invito del Sindaco Maurizio Brucchi, a farmi tramite di una risoluzione della diatriba in corso (ormai da mesi), tra l’Acs e la Società Riccitelli.
Devo però, con questa mia lettera aperta, ricambiare la cortesia, invitando a mia volta il Primo Cittadino di Teramo, e con lui tutto il territorio, ad una riflessione sul perché si sia arrivati a questa “guerra”.
Lo faccio, sottolineo  a scanso di equivoci, non avendo alcun ruolo nella vicenda, tantomeno quello di legale dell’Acs, ma solo perché legata da profonda e sincera amicizia ad una dei soci.
Doveroso, in premessa, sottolineare come in questa vicenda, paradossale e assurda, che vede la gestione di un luogo della cultura quale il Teatro Comunale divenire oggetto di lite, le colpe non sono a mio avviso  né dell’Acs, né della Riccitelli.
Il Sindaco Brucchi invoca il rispetto della convenzione? Ebbene, allora è necessario che si ricordi anche al Primo Cittadino come sia proprio il Comune il principale “colpevole” di questa situazione, e del mancato rispetto di quella convenzione che oggi si evoca.
Nel bando della gara per l’affidamento della gestione a titolo oneroso (canone e lavori di manutenzione), infatti, è fin troppo chiaramente evidenziato come,  nella formazione del punteggio, il requisito della “Qualità di gestione del servizio con particolare riferimento anche all’offerta culturale” (che concede fino ad un massimo di 20 punti), risenta anche delle manifestazioni di Prosa organizzate.
Prosa, esattamente. Eppure, il Comune sapeva dell’esistenza della stagione della Riccitelli, e se avesse voluto riservare l’esclusiva alla stessa Riccitelli, o evitare doppie stagioni, avrebbe dovuto escludere la possibilità di una stagione di prosa, non premiarla.
Nel valutare la proposta dell’Acs e nell’attribuirle un punteggio, dunque il Comune sapeva perfettamente come quella stessa proposta ospitasse anche una stagione teatrale, e sapeva come il progetto prevedesse che venisse organizzata “in continuità”, non in affiancamento.
Di chi, allora, le colpe di questa sventa politica? Di chi gli errori? Di chi la mancata "visione d’insieme" che oggi ci costringe a cercare soluzioni?
E ancora: il Sindaco Brucchi non può non sapere che, nell’art. 7 del bando, si prevede: “Dovranno riservarsi al Comune 25 giornate annue a titolo gratuito, comprendendovi almeno due domeniche, e con esclusione del periodo 16 dicembre – 8 gennaio", ma sa anche benissimo, il Primo Cittadino, che quelle serate non possono interferire con il calendario stilato in base al progetto culturale approvato dal Comune,  e con i lavori che, sempre in virtù della gara, dovranno essere effettuati per la messa a norma del teatro, nei prossimi sei mesi.
Sa molto bene che le date non possano essere scelte a discrezione della Pubblica amministrazione e che le giornate gratuite non possono essere concesse ad un solo ente dimenticando tutte le altre importanti associazioni.
Facile, troppo facile oggi, caro Sindaco, tentare il "colpo di teatro" (mi conceda la battuta) del coinvolgere me quale "tramite" del possibile dipanamento di una matassa che il Comune, e solo il Comune, con un bando pensato senza valutazione delle conseguenze, ha provveduto ad intricare.
Come detto, non ho ruoli, ma non mi tiro indietro. Da cittadina, come ho sempre fatto, mi metto a disposizione della mia città, perché col dialogo e col confronto si trovi una soluzione che garantisca alle due realtà culturali la possibilità di fare teatro, senza però pregiudicare chi delle due ha importanti oneri economici,  perché questa città ha dimostrato di avere passione e amore per il palcoscenico.
Questa vicenda, però, pretende che il Comune, e il Sindaco in primis, faccia un esame di coscienza sullo stato della Cultura in città. Senza Stati generali o candidature ambiziose, ma ripartendo dalla prima regola di ogni sana iniziativa culturale: il dialogo».

Manola Di Pasquale