Non è la periferia di Beirut, è il quartiere San Benedetto FOTO

TERAMO – Doveva essere un moderno piano di intervento integrato, si è invece trasformato nel simbolo del degrado e del fallimento dell’utilizzo pubblico. Quartiere San Benedetto di Colleatterrato Basso. Le foto che accompagnano la denuncia di Gianguido D’Alberto, consigliere di Insieme Possiamo, raccontano l’abbandono di strutture, mai completate, su cui sono stati versati soldi pubblici, secondo uno stile che, dice D’Alberto «ha caratterizzato l’urbanistica contrattata del centrodestra teramano degli ultimi 10 anni, dove il privato realizza e fa quello che vuole, mentre l’interesse pubblico vien sempre fortemente penalizzato». Qui tutto questo si è realizzato: la contropartita della realizzazione di un’ampia area commerciale a servizio dei privati è stata completata e ampiamente utilizzata, ma la creazione e la cessione a favore dell’amministrazione comunale di un campo sportivo polivalente, di un parcheggio coperto, di un centro sociale e di un campo di bocce, hanno visto la luce solo in parte. «E peggio – dice D’Alberto – quelo che è stato completato è già distrutto e abbandonato al loro destino oltre che agli atti di vandalismo». Opere che, se fossero completate, «si potrebbero tradurre in grande utilità per la collettività, e nello specifico per un quartiere come quello di San Benedetto privo di strutture pubbliche e senza riferimenti aggregativi – dice il consigliere comunale -». OLtre il danno anche la beffa erchè in passato molte associazioni del quartiere avevano chiesto la possibilità di gestire queste strrutture ma si sono viste rifiutare la proposta. Il progetto è stato avviato dieci anni fa, oggi è il simbolo del fallimento per un quartiere che somiglia sempre di più alle periferie di questa città, «che continuano a rimanere senza luoghi di aggregazione e strutture per la collettività, in un periodo socio economico, tra l’altro, in cui proprio il conforto dell’aggregazione potrebbe fungere da sostegno e ripresa della vitalità e dell’energia collettive – conclude D’Alberto -». Eppure qui il centrodestra ha raccolto il voto di due campagne elettorali.