Il pasticcio dell'ospedale di Sant'Omero: a Ester Pasqualoni sarà intitolato 'solo' il Day hospital oncologico? Storia di una gaffe istituzionale

SANT’OMERO – Forse l’aver scoperto in anticipo quella targa sull’ingresso dell’ospedale di Sant’Omero ha avuto l’effetto della bottiglia di champagne che non si rompe al varo di una nave ma, a parte le superstizioni, l’intitolazione del nosocomio vibratiano a Ester Pasqualoni, l’oncologa vittima di stalkeraggio, sta assumendo sempre più i contorni di un pasticcio tutto all’italiana.
Perchè la novità che costringerà l’azienda sanitaria di Teramo a ‘ripiegare’ su una dedica minore alla dottoressa, quella del Day hospital oncologico, è la vigenza della legge del 1927 che vuole le intitolazioni di monumenti, strutture pubbliche e in generale la toponomastica, sottoposte intanto al parere della prefettura ma non riferibili a persone o personaggi che non siano scomparsi da almeno 10 anni.
Se è vero che l’obiezione viene motivata con esempi recenti, vedi intitolazione dello stadio di Piano d’Accio a Gaetano Bonolis (avvenuta nel 2014 a un anno dalla morte del medico sportivo) o di largo Antonio Tancredi in coincidenza con il primo lustro dalla sua scomparsa, è altrettanto certo che la Asl non ha mai presentato richiesta formale di questa decisione al prefetto di Teramo, nonostante la data dl 18 settembre sia dietro l’angolo e che nel cortile sia pronto lo scavo dell’aiuola dove sistemare l’ulivo simbolo della condanna di ogni femminicidio.
Imbarazzo istituzionale? Gaffe? Tutto questo insieme. Adesso però va messa una pezza. Come? Intanto rinviando sine die, per la sconda volta, la visita della ministra Beatrice Lorenzin, a dieci giorni dalla data fissata per la celebrazione e con, ripetiamo, la targa già svelata. In secondo luogo, ripiegare sulla dedica alla dottoressa, uccisa a colpi di roncola nel parcheggio dell’ospedale, della struttura dove lei ha impegnato la sua vita professionale e non solo, il Day Hospital oncologico.
In definitiva però, se legare per sempre il nome della dottoressa a quell’ospedale avrebbe avuto un profondo vaore simbolico, quanto ne avrà al contrario, adesso, staccare quella targa dal’ingresso?