L'ultimo bilancio del Rettore vale 100 milioni di euro e qualche fiondata alla politica

TERAMO – (benedettavicentini) Mentre il Comune di Teramo è crollato su se stesso, l’Università di Teramo continua a dare “lustro” alla città. E’ quanto è emerso, di fatto, dalla conferenza stampa dell’Ateneo teramano tenuta questa mattina dal rettore Luciano D’Amico nell’aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza. Per D’Amico la conferenza è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione dell’Ateneo a poco più di dieci mesi dalla scadenza del mandato (il termine del suo incarico è fissato per prossimo il 31 ottobre). 

OBIETTIVI RAGGIUNTI.Tante le iniziative, e i progetti portati avanti da UniTe nell’ultimo lustro: dalla sfida della qualità vinta a pieni voti dall’Ateneo che lo scorso ottobre ha ottenuto l’accreditamento pieno da parte del Miur, al bando di 22 milioni di euro per il raddoppio del Polo scientifico firmato questa mattina, il primo di una serie di bandi che porteranno in citta circa 100 milioni di euro (35 per il recupero dell’ex manicomio, 13 milioni per la realizzazione dello studentato di viale Crucioli e i restanti per i laboratori dell’Istituto zooprofilattico di Teramo).

NUOVE SFIDE Tanti i progetti e i traguardi ancora da raggiungere. Proprio questa mattina il rettore ha annunciato l’intenzione dell’Università di trasformare, con il consenso del nuovo Vescovo di Teramo e con l’ausilio dell’Adsu, il seminario diocesano in una struttura d’accoglienza per gli studenti del terzo mondo per incrementare lo scambio interculturale dell’Ateneo e allo stesso tempo per dare un contributo ai paesi in via di sviluppo. «La parola d’ordine – ha detto il rettore D’Amico – è non avere paura del cambiamento, non avere paura di essere generosi o di perdere i privilegi. Fino a qualche anno fa l’Ateneo d Teramo era una seconda scelta, oggi i nostri studenti portano con orgoglio la maglia dell’Università. In questi 5 anni l’UniTe, anche grazie al lavoro fatto in precedenza, ha acquisito una sua autonomia che gli ha consentito di porsi come elemento di forte propulsione per lo sviluppo economico e sociale di tutto il territorio. Si può dire che tutto quello che è stato fatto a Teramo in termini di incontri, convegni, è stato fatto all’interno dell’Ateneo.

CABINOVIA. La conferenza stampa di fine anno ha permesso, inoltre, al rettore D’Amico di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Una ferita aperta – ha detto D’Amico – resta la questione cabinovia. Il progetto, come è noto, avrebbe conferito un valore aggiunto a Teramo e non sarebbe costato un centesimo alla città. Il territorio anche su questo ci ha sempre risposto in modo positivo. Nonostante l’impegno del sindaco emerito, Maurizio Brucchi, che ha cercato di mediare, alcuni "capi bastone" si sono opposti in nome di una “lesa maestà” del consiglio comunale. Il Masterplan era un concorso di idee che ha dovuto superare griglie strettissime. Quando finalmente questa “sovranità popolare” si è espressa l’alternativa alla cabinovia è stata… una rotonda a San Nicolò. Spero che presto il territorio si emancipi e si liberi da questa feudalità in cui viene ancora compresso».

POST D’AMICO. «Per quanto riguarda il mio successore sarà sicuramente un docente dell’Università di Teramo – ha scherzato D’Amico. Si aprirà una nuova era, lascio un Ateneo in crescita. L’appello che lancio agli studenti è quello di studiare per coltivare la conoscenza e soprattutto di non aver paura di vivere».