TERAMO – Il rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico, candidato sindaco a Teramo secondo una strategia di rilancio sul territorio del Pd, che passi attraverso la candidatura alla Camera del capogruppo Dem in Regione, Sandro Mariani? «Ho letto e apprezzo molto il pensiero del Pd sulla mia persona – dice il Magnifico -, ma il mio nome di recente viene legato troppo spesso a questa o a quella ipotesi di candidatura futura». Che vuol dire tutto o niente, è vero, ma che può essere dichiarazione da leggere come un legittimo desiderio a decidere personalmente di scendere o meno in campo alle elezioni in programma nel 2018, siano esse comunali a Teramo, regionali o, in previsione, comunali della Grande Pescara. Della serie, pensate a voi che a me penso io. L’investitura a primo cittadino del capoluogo, in ogni caso, è vox populi che tanti sussurrano negli ambienti cittadini e che, in tanti, auspicano. Ma è anche proposta alla quale finora, con grande onestà intellettuale, D’Amico ha opposto un cortese rifiuto: i tempi non sono maturi e il Magnifico non accetta, e questo è pienamente condivisibile, strumentalizzazioni sul suo nome da utilizzare per le altrui campagne elettorali, ma soprattutto ‘marchiature’ politiche di alcun genere.
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