Di Battista fa il pienone in piazza Martiri e accetta… "tangenti enogastronomiche" FOTO

TERAMO – Colpo d’occhio importante in piazza Martiri della Libertà questa sera per il comizio di Alessandro Di Battista. E’ stato lui stesso colpito da quanti hanno apprezzato lo scendere in piazza del movimento, a contateto con la gente. Fuori dai ristoranti, dalle sale al chiuso, Di Battista ha sostenuto le candidature dei teramani Fabio Berardini, Antonio Zennaro e Valentina Corneli. «Ci dispiace per il Paese, se è ridotto così è anche colpa del sistema mediatico. Dal dibattito sono scomparsi i terremotati, gli ultimi in questa Italia sono diventati fantasmi – ha detto Di Battista. Sui mancati stanziamenti sul cratere sismico abruzzese ha detto: «Dovreste chiederlo al governatore d’Abruzzo, che saltella da una poltrona all’altra, non si è candidato al Senato? Questa regione ha tanti problemi. Dovrebbe affrontarli e non saltare da una poltrona all’altra», riferendosi al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, candidato al Senato con il Pd.

A chi gli ha chiesto della forbice dell’astensionismo e degli indecisi, l’esponente del Movimento 5 stelle ha risposto: «Io viaggio sempre in camper, per le piazze, c’è sempre una grande partecipazione, quindi non so», aggiungendo che i cittadini, gli parlano «del lavoro e dei problemi reali che hanno a casa. Soprattutto tante persone che hanno a casa un figlio, un parente disabile e che lo Stato ha abbandonato». Problemi rispetto ai quali «il Palazzo è completamente distante».

Durante la visita a Teramo di Alessandro Di Battista non è mancato un siparietto con i cittadini accorsi in piazza ad ascoltarlo. «Ero uno che votava a sinistra», ha detto l’esponente del Movimento Cinque Stelle. E ad un signore che ribatte lui risponde: «Scusami, hai ragione. Io ho votato Veltroni, scusami. Tu chi hai votato?». Dalla folla qualcuno ha fatto il nome di Occhetto. «Uno ha votato Occhetto… manco me lo ricordavo Occhetto – ha commenta il pentastellato – ma tanto mo ce lo rimettono. Come Berlusconi, parla ancora di lire, tirerà fuori i sesterzi, i baiocchi romani…a Porta a Porta pensa di essere nel ’94».

La scuola deve essere pubblica, deve essere «statale, cioè sostenuta dallo Stato. La sanità pubblica va valorizzata e non come oggi che è più conveniente rivolgersi alla sanità privata. L’acqua deve essere pubblica», ha poi ripetuto. Dal palco si è scagliato contro la corruzione e ha parlato della necessità di una banca pubblica di investimenti. Ha fatto poi appello alla "donazione libera" e a questo punto una signora si è avvicinata al palco offrendogli una forma di pecorino d’Abruzzo. «Tangenti enogastronomiche – ha scherzato Di Battista – le prendo tutte». «È buono anche sulla pasta? – ha chiesto alla signora – la prossima volta porti anche quello stagionato». «Schieratevi, schieriamoci. Non è facile in un paese democristiano come questo, ma io non camperei occupandomi solo degli affari miei», ha aggiunto Di Battista, ribadendo che «la politica non è una professione. Due mandati e a casa. Io vi dico solo venite con noi, dateci una mano, anche in rete».