Il prefetto riapre il corridoio teramano verso l'A1: centinaia di Tir in colonna per raggiungere il Nord FOTO

MOSCIANO – Un Paese diviso a metà dal Buran, tonnellate e tonnellate di merci bloccate nelle aree di sosta delle statali e di servizio dell’autostrada A14. Il malempo è anche questa faccia della medaglia: merci deperbili, consegne inportanti per l’economia che non può fermarsi, ferme per la neve nell’avamposto di confine con le Marche, il Teramano. Succede però che un prefetto coraggioso, dopo aver saggiato la tempesta perfetta dello scorso anno e rischiato di rimetterci reputazione e ruolo, valuta la situazione e decide di ‘aprire’ ai Tir con dieci ore di anticipo, permettendo, laddove altri prefetti non hanno voluto osare, di ricollegare il sud con il Nord del Paese, tagliando per la capitale. Graziella Patrizi, facendo affidamento sulle pattuglie della Polstrada di Teramo e dei distaccamenti di Giulianova e Pineto, ha deciso per riaprire al traffico dei mezzi con peso superiore alle 7,5 tonnellate che doveva restare fermo fino alla mezzanotte, istituendo un corridoio verso L’Aquila e poi la Roma-Firenze che ha ricollegato i due pezzi del Paese. Dalle 14 di oggi, permanendo la chiusura al transito del confine marchigiano, ancora sotto il rischio di bufere di neve, una lunga colonna di Tir ha intasato le tratte tra i caselli dell’A14 di Mosciano e Roseto verso Basciano e poi L’Aquila: centinaia e centinaia di mezzi pesanti, da oltre 24 in sosta nelle aree della provincia o in movimento da Puglia, Basilicata, Calabria e Campania, sono stati incolonnati e dirotttati verso l’A1 dal personale di dieci pattuglie della Polstrada, diretto dal comandante Pietro Primi e dal vice Antonio Bernardi. In serata è rimasto circa un centinaio di autoarticolati in attesa che il confine marchigiano riaprisse al traffico pesante, parcheggiati nelle aree di sosta tra Roseto, Castellalto e Giulianova.