Il mistero del violino nero nella stagione dei concerti della Riccitelli

TERAMO – Una serata che promette emozioni e interesse diversi, quella di domni, lunedì 12 marzo, alle 21 nell’Aula Magna del Convitto Nazionale “Delfico” con la Camerata Ducale e Guido Rimonda per la stagione dei concerti della Riccitelli. Le sorprese cominciano già con il titolo, “Le violon noir. La musica del mistero”. Il nero, simbolo di misterioso, di occulto, è il filo conduttore di un programma interamente legato a una dimensione inquietante ma anche piena di fascino, dove diavoli, streghe, ossessioni e funerali aleggiano nella storia del violino e dei violinisti a partire dalla morte violenta del violinista Jean-Marie Leclair, il cui cadavere fu ritrovato pugnalato alla schiena, ancora abbracciato al proprio violino, uno Stradivari del 1721. Da allora lo strumento venne soprannominato “le Noir” per la macchia nera lasciata dalla mano destra del violinista, che mai avrebbe voluto staccarsi dal suo splendido strumento. E “le violon noir”, quello della storia tragica e misteriosa di Leclair, lo Stradivari del 1721 definito da Somis ”la voce di un angelo”, è il violino suonato da Guido Rimonda nella fortunata tournèe che, insieme alla Camerata Ducale, lo vede appunto a Teramo per la Stagione concertistica della Riccitelli. La musica e la storia si intrecciano così in un racconto sorprendente, ricco di suggestioni evocate da una scelta accurata e voluta dei pezzi in programma: Trauersymphonie  di Locatelli, la Danza degli spiriti beati di Gluck, la celeberrima Sonata in sol min. “Il trillo del diavolo” di Tartini, e ancora, famosissimi, Pavane pour une infante défunte di Ravel,  Theme from Schindler’s List di John Williams e un brano del 1975, Carini, composto la Luciano Maria Serra su richiesta di Guido Rimonda e ispirato al drammatico fatto di sangue della baronessa di Carini, uccisa dal padre per “motivi d’onore”.