Ruzzo Reti lancia l'ozono nel potabilizzatore e le sonde che analizzano l'acqua in tempo reale

TERAMO – Ozono al posto del cloro. La rivoluzione tecnologica aiuterà la Ruzzo Reti, tra le poche società acquedottistiche in Italia, a migliorare la qualità del servizio. L’ozono, sarà impiegato nel potabilizzatore di Montorio al Vomano, soprattutto durante il periodo estivo quando l’impianto viene sfruttato maggiormente, facendo ricorso al suo alto potere disinfettante. Servirà a sostituire in parte il cloro per la purificazione delle acque in uscita e garantirà nella fase di pretrattamento una disinfezione nel complesso più salubre attenuando anche gli odori che produce il più tradizionale sistema.
L’innovativo progetto, che entrerà in funzione appena la Asl di Teramo completerà l’iter formale di autorizzazione (le prove di collaudo hanno già avuto esito positivo), sarà presentato nel corso degli incontri con gli studenti e durante i workshop dell’evento “Go Green Red Blue: circondati di idee per guardare oltre”, che si terrà all’Istituto Agrario “Rozzi”, in programma dal 10 al 13 maggio a Teramo. Ma non sarà l’unico progetto innovativo della Ruzzo Reti. Ad esso sarà affiancato anche ‘Early Warning’, il sistema avanzato di sonde – annunciato nei mesi scorsi – che all’interno del Gran Sasso misura una serie parametri quali gli idrocarburi, sostanze volatili, torbidità, ph e temperatura, garantendo il controllo in tempo reale della qualità delle acque. Le sonde consentono di interrompere l’erogazione dell’acqua, prima della sua immissione in rete, nei casi in cui siano rilevate minime anomalie. Esse vanno ad aggiungersi al gas cromatografo di massa e al biomonitoraggio con organismi-sentinella, strumenti utilizzati con la consulenza scientifica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “Caporale”. «Sono progetti – ha spiegato il presidente Antonio Forlini –  che dimostrano il nostro impegno per garantire la sicurezza e la qualità dell’acqua e l’attuazione del Piano di Sicurezza previsto dalla normativa comunitaria. La nostra acqua, ritenuta sulla base di dati oggettivi tra le più buone d’Italia, è un patrimonio di tutta la comunità ed è interesse di tutti averne cura”.