Teramo vive, la lista dei 'sognatori'. Piazzetta del sole si riempie di entusiasmo e talento FOTO VIDEO

TERAMO – In quella Piazzetta del Sole fino a poco tempo fa simbolo del degrado, ‘Teramo Vive’ lancia la sua campagna elettorale all’insegna di un nuovo Rinascimento della città, come ha tenuto a sottolineare il candidato sindaco Gianguido D’Alberto cui questi 32 candidati portano il sostegno. Scelgono l’entusiasmo di due artisti capofila del gruppo elettorale, il musicista Paolo Di Sabatino e il disegnatore Carmine Di Giandomenico, per accompagnare il loro programma politico con la musica e con un ritratto disegnato con il cioccolato, che sono icone di un sogno, come l’ha definito il fondatore del movimento, Valdo Di Bonaventura: «E’ una lista di sognatori – dice -, come me, di gente che immagina una città diversa nella monralità, con strade e viabilità ordinate, decoro dei giardini e del parco fluviale, con un patrimonio che poche città possono vantare ma che è ridotto in uno stato indecoroso. E’ una lista che sogna non è composta da personaggi importanti, ma di gente normale che vorrebbe una città più bella e non intristita».
Dunque Teramo vive e loro vogliono dimostrarlo: «C’è una città piena di talenti – ha aggiunto Di Bonaventura – ma che è coperta di cenere. Attraverso questi talenti e il ruolo della cultura dobbiamo riportare Teramo  in alto».
«Il punto di partenza va calcolato, studiato e fissato attorno alla cultura – dice Carmine Di Giandomenico -. I luoghi, le location di Teramo sono unici: gioielli come la villa comunale, il parco fluviale, il teatro romano vanno valorizzati, il mio mesaggio arriva attraverso il depliant del programma, il primo in tre dimensioni: sotto questa forma è più fruibile, più attraente, modifica la sua valutazione».
A partire da Piazzetta del Sole, secondo Di Sabatino, si concretizza «l’impegno di valorizzare la città che ci piace: riportiamo la politica ad agregare davvero, a stare bene insieme – dice il musicista -. Anche l’idea di portare il pianoforte nella sede elettorale di Gianguido è un messaggio alla città».