Lanzillotto: «Palaska, gestione allargata agli eventi per il privato che fornisca garanzie»

TERAMO – Uno sportello per la gestione delle istanze relative alle tappe della ricostruzione, fino ad oggi vero problema, quasi più del terremoto, per oltre 4mila sfollati teramani. E’ la proposta che arriva da Antonello Lanzillotto, candidato a consigliere nella lista di Fratelli d’Italia, che mette in campo la sua esperienza di sfollato prima ancora che da addetto ai lavori: «Da amministratore di condomini – sostiene Lanzillotto – rappresento tantissimi teramani i quali come la mia famiglia vivono il dramma di essere costretti fuori casa:  anche se l’Amministrazione comunale non ha responsabilità, essendo le pratiche del sisma gestite da un ufficio centrale che gode di totale autonomia, l’obiettivo – dice Lanzillotto – è quello di porsi come autorevole interfaccia tra le legittime richieste dei cittadini e le purtroppo lacunose risposte dell’Ufficio per la ricostruzione». Ecco allora che un apposito sportello potrebbe «recepire tutte le istanze, o anche semplici delucidazioni sui tempi e sui metodi, e si ponga come valido interlocutore con l’ufficio della ricostruzione. E’ noto che i tempi per la ricostruzione non sono brevi, ed i teramani ne sono ben consapevoli, ma è inconcepibile che a quasi due anni dal sisma le pratiche prodotte si contano ancora sulle dita delle mani».

Almeno però, si riducano i disagi creati dal sisma sui cittadini e in questa ottica, Lanzillotto, anche in questo caso da addetto ai lavori essendo dirigente al vertice della Teramo Basket, ritiene che la cura e la gestione degli impianti sportivi meriti maggior attenzione. L’ipotesi attualissima di una chiusura, si spera al momento temporanea, del Palaska, preoccupa i teramani e le società sportive che ne usufruiscono. «E’ auspicabile l’intervento di investimenti privati – spiega il candidato di Fratelli d’Italia -, in modo tale da permettere ai nostri figli di poter svolgere attività sportiva e contestualmente non appesantire il bilancio dell’Amministrazione, le cui spese in futuro dovranno essere necessariamente ottimizzate. Occorre una soluzione intermedia, utilizzare gli impianti a spese del Comune (come negli ultimi anni) è impensabile, chiudere gli impianti risolverebbe di certo i problemi di bilancio, ma aprirebbe un problema di natura sociale: penso ad un affidamento almeno ventennale con una quota del Comune decrescente nel corso degli anni, fino ad arrivare alla totale copertura dei costi da parte del privato, che nel frattempo avrà tempo e mezzi per procedere anche all’ottimizzazione degli impianti per permettere la gestione anche di eventi di natura al di fuori dell’orbita sportiva». E per evitare di ripetere errori del passato negli affidamenti, «valutare ed esigere le opportune garanzie che il privato dovrà necessariamente dare per la prosecuzione del servizio anche dopo la fine dei contributi da parte del Comune».