Madonna delle Grazie, D'Alberto sbroglia la prima grana: alta tensione con i giostrai, poi un pezzo delle attrazioni trasloca a San Francesco

TERAMO – Ufficialmente è la prima ‘pezza’ ammnistrativa che il nuovo sindaco Gianguido D’Alberto ha dovuto mettere nella vicenda dei giostrai sfrattati dal piazzale della Madonna delle Grazie e ai quali la lunga strada giudiziaria (vedi ricorso al Tar) ha potuto rendere giustizia: oggi, dopo alcuni momenti di grande tensione (il sindaco è stato anche minacciato verbalmente da uno dei titolari delle giostre, al punto che sono intervenut le forze dell’ordine per evitare che un incolpevole D’Alberto fosse aggredito), si è deciso per un compromesso che sposterà a piazzale San Francesco alcune attrazioni (soltanto 5) delle 20 presenti davanti al Santuario. A malincuore, gli altri impianti dovranno sloggiare, ‘vittime’ di una contrapposizione di ordinanze tra Comune (Commissario) e Sovrintendenza. Il sindaco D’Alberto ha tentato di mediare nella situazione trovando alla fine questo trasloco parziale dell’ultimora, ma la situazione ha del grottesco. Un festa patronale che si svolge dalla notte dei tempi, una delle pochissime tradizioni che resistono in una città che ha cancellato molto del suo passato di fasti e allegre distrazioni, oggi all’improvviso fa i conti con un rischio crolli: quelli che provocherebbero i movimenti, le vibrazioni delle attrazioni più grandi delle giostre allestite dinanzi al Santuario, lesionato in parte dal sisma del 2016 e del 2017. E lo scorso anno allora, sempre a luglio? Nessuno si preoccupò di vietare per motivi di sicurezza, ma se i conti non sono sbagliati, il terremoto c’era stato a gennaio e i festaioli, compresi i religiosi e la processione hanno rischiato di grosso. Ma scavando si scopre che dietro ai motivi di sicurezza legati alla sofferenza delle antiche strutture del Santuario della patrona, ce n’è un altro forse altrettanto goffo, quantomeno… arcaico: il vincolo monumentale paesaggistico. Le giostre limiterebbero la visuale del Santuario. Sì, lo coprirebbero in maniera diciamo così… irriverente. Per questo non si autorizza il montaggio anzi, se ne ordina lo smontaggio perchè ovviamente, come ogni anno dalla notte dei tempi, vengono allestite per rendere più festosa la ricorrenza religioso-tradizionale. Il primo impatto di D’Alberto con la materia è stato dunque particolare e alla fine una soluzione è stata individuata. Sarà un piazzale del Santuario così come un viale Madre Teresa di Calcutta più spoglio, ma la festa per la seconda volta è salva dopo la riapertura del Santuario.
Anche se un ultimo brivido ci percorre la schiena: e i botti di fine festa, quelli che da sempre sono attrazione nell’attrazione? Mica metteranno anch’essi a dura prova la resistenza della chiesa?