La carenza dei posti per i cari estinti spinge verso la cremazione. Occhio alle scadenze dei contratti

TERAMO – Nei 16 cimiteri frazionali non bastano i loculi per le sepolture. Mentre altrove si diffonde sempre più la scelta delle cremazioni, nella realtà locale persiste il problema legato agli spazi da dedicare ai cari estinti. Il recente caso del feretro della ottantenne sepolta nel 1982 che i parenti non hanno trovato più nell’abituale posto del cimitero, perchè la salma alla scadenza del contratto di concessione era stata estumulata, oltre che proprorre l’invito ai cittadini teramani a verificare le scadenze dei contratti di acquisto dei loculi, dimostra la necessità da parte del gestore di rcuperare luoghi di sepoltura per cronica carenza.
IL CASO DI ANNUNZIATA. Gli uffici della TeAm hanno fornito tutte le spiegazioni ai parenti di Annunziata D’Innocenzo, che non avevano più trovato al suo posto la bara della congiunta. I dirigenti sono stati chiari: le procedure previste dall’articolo 20 del regolamento cimiteriale comunale (che una quindicina di anni fa è intervenuto a sanare una giungla nomativa di molti anni precedente all’entrata in gestione da parte della Teramo Ambiente) prevedono l’invito agli eredi a presentarsi negli uffici TeAm del cimitero affisso sul loculo, alla bacheca cimiteriale, soprattutto in prossimità della festività dei defunti quando si intende che i parenti si rechino in visita, infine la pubblicazione all’Albo Pretorio comunale (in via della Banca vicino al Municipio). Tutto questo è stato fatto, ma i parenti hanno perso questi passaggi, tanto più che del tempo è trascorso: la concessione del loculo è scaduto nel 2012, l’affissio all’Albo è del 2014, l’estumulazione o l’esumazione della salma (così si chiamano quando viene tirata fuori, rispettivamente o da un loculo o da una fossa) nel marzo scorso. Quindi, tante scuse ma tutto si è svolto regolarmente, e il feretro adesso è nella nuova sede, sotto terra, nel campo di inumazione, dove attenderà la mineralizzazione per cinque anni. «L’Ufficio cimiteriale – ha detto l’amministratore delegato Pietro Pelagatti, affiancato dal direttore amministrativo Mauro Castelli e dalla responsabile dei servizi cimiteriali, Ilaria Pollice – deve essere considerato come un punto di consulenza per chiunque voglia sapere quando scadranno le concessioni, un servizio a disposizione tutti i giorni: questo tipo di attività ci permette anche di tenere aggiornato un databse e i contatti con gli eredi, utile per qualsiasi necessità».
CARENZA LOCULI. Quante sono state le procedure esguite fino ad oggi dalla Teramo Ambiente? Dal 2012 al 2016 sono state effettuate 424 esumazioni e 285 estumulazioni, che però sono numeri minimi rispetto a quelli delle inumazioni (532) e delle tumulazioni (2.407) dello stesso periodo. Un gap difficilmente colmabile, insomma, che sposta il discorso sulla carenza dei loculi. La media dei decessi negli ultimi tre anni nel comune di Teramo è di circa 600, numero che va verso la conferma anche per il 2018. Resta ancora troppo basso il rapporto tra chi sceglie un posto sotto terra (1 a 3), meno ancora con chi segue il percorso della cremazione (poco più di 160 nel periodo 2015-2017).
POSTI PRENOTATI. Eppure, la costruzione dei nuovi padiglioni, assieme a un lavoro spinto di organizzazione e rezionalizzazione del servizio avviato dal 2006 con l’entrata in gestione della Team, ha permesso di azzerare la lista di attesa delle richieste da viventi. Allora, 12 anni fa, era di 662 richieste (da leggere nel doppio, perchè erano nella maggior parte per due persone). Oggi quel cronologico ha raggiunto la cifra di 1.846 (sempre moltiplicato per due) ma dal 2015 a oggi sono state soddisfatte tutte le domande: chi chiede l’assegnazione di un loculo per quando passerà a miglior vita, firma il contratto e lo sceglie il giorno dopo la richiesta.
LA CREMAZIONE. Dalla difficoltà dei parenti di nonna Annunziata, ai numeri difficili di una ‘casa per l’oltrevita’ il passo è stato breve, ma un ulteriore scorciatoia per non avere a che fare con problemi di carenza posti è l’impianto di cremazione. Purtroppo mai  in questi anni ha visto la luce e anche la possibilità di trovare uno sbocco è legata alle lentezze del nuovo bando per il nuovo socio privato del Comune nella TeAm, dove esso è previsto. Che possa essere la soluzione è sotto gli occhi di tutti: riduzione delle spese funerarie, riduzione dei costi per il gestore, riduzione degli spazi sono tutti indici positivi della voce cremazione. E lo sono anche nella visibilità, concreta nei nuovi padiglioni del camposanto comunale di Cartecchio, nei padiglioni appositamente dedicati alle urne cinerarie, con gli ‘ossarietti’ che ne possono ospitare anche due. Se si sceglie la soluzione di affidarli alla gestione cimiteriale, altrimenti è possibile, come noto, tenere le urne in casa o disperdere le ceneri in mare o in montagna.