Teramo 3.0: «Ruzzo, gestione fallimentare. D'Alberto intervenga e Forlini si dimetta»

TERAMO – Il nodo Ruzzo arriva al pettine, con il cambio dell’amministrazione comunale e l’arrivo del sindaco Gianguido D’Alberto: a chiedere una verifica dei conti, della gestione, fino alle dimissioni della governance e ad una eventuale azione di responsabilità è la lista civica Teramo 3.0 che nell’Alleanza che ha portato D’Alberto alla elezione conta il vicesindaco e assessore Maria Cristina Marroni. E’ circostanziata la denuncia che Teramo 3.0 presenta: bilancio, costo del personale, interinali, esternalizzazioni, il costo dei due dirigenti a tempo, ce n’è per tutti e tutto sulla base dei numeri. Su tutto, il ragionamento su una tariffa che non è drammaticamente sufficiente a coprire i costi del personale, in disavanzo di oltre 3,5 milioni di euro all’anno. Dei 284 dipendenti, scrive Teramo 3.0, 80 sono interinali, ovvero precari chiamati alla necessità ma la cui quota supera di 19 unità quelle individuata dai limiti di legge (con il decreto dignità non oltre il 30 per cento del personale dipendente). Negli ultimi 7 anni il personale precario è aumentato da 24 a 80 e molti di loro sono ‘storici’ ossia in servizio da anni senza soluzione di continuità. Un pò come le progressioni di carriera, con premialità diffusa per molti. Se il personale è in costante aumento, si chiede Teramo 3.0, è illogico e incongruo che si faccia ricorso all’esternalizzazione di alcuni servizi, riducendoli in capo alle professionalità interne. E che dire poi dei contenziosi con il personale: «Si registrano parecchi licenziamenti illegittimi – si legge ancora -, in quanto dichiarati tali dal tribunale), con enormi spese legali, risarcitorie e transattive, nonché incentivazioni all’esodo particolarmente onerose». Questione dirigenti, infine. La lista civica vicina al sindaco D’Alberto chiede la verifica dell’anomalia dell’assunzione di due dirigenti a tempo determinato per cinque anni quando la normativa parla di massimo tre e con compensi di gran lunga superiore al minimo previsto (da 63mila annui a 95mila). «A ciò si aggiunga che nonostante le recentissime assunzioni dirigenziali – scrive Teramo 3.0 – il dirigente Stirpe è stato da pochi giorni destinatario della attribuzione di due ulteriori deleghe in precedenza svolte gratuitamente da due figure professionali interne all’azienda».