Scuole superiori, pioggia di milioni per la sicurezza: nasceranno due poli e un campus

TERAMO – Una pioggia di milioni di euro, come mai in precedenza la Provincia ne aveva visti riversati sull’edilizia scolastica. Che adesso saranno spendibili non solo per puntare alla sicurezza delle scuole superiori, ma anche «per ripensare l’istruzione superiore e di pensare complessivamente a tutta l’edilizia scolastica cittadina», come ha sottolineato il presidente Renzo Di Sabatino, che pensa a due poli e a un campus nel futuro urbanistico scolastico del capoluogo. Non a caso alla conferenza stampa per fare il punto su fondi e cantieri, ad affiancare lui e il consigliere delegato Mirko Rossi c’erano anche gli assessori comunali di Teramo ai Lavori pubblici e urbanistica, Stefania Di Padova, e all’Istruzione, Maria Cristina Marroni (e la consigliera Martina Maranella), oltre a rappresentanti di Teramo Children e dell’Ufficio scolastico provinciale.

OLTRE 55 MILIONI DI EURO. Gli ultimi stanziamenti in ordine di tempo sono quelli che arrivano alla Provincia dal piano triennale delle opere, approvato dalla giunta regionale abruzzese la scorsa settimana: tre dei quattro progetti indicati a finanziamento sono ai primi tre posti della graduatoria e il totale che arriverà nelle casse dell’Ente sarà di 29 milioni, euro più euro meno. Vanno ad aggiungersi ai circa 20 milioni già finanziati, ai circa 6,1 dei fondi del sisma del 2009 e alle somme urgenze: in totale 56,5 milioni di euro, dei quali 49 reperiti negli ultimi due anni e appena 2 di fondi propri del bilancio.
SOLDI PER ALTRE 4 SCUOLE. Di questa tranche da 29 milioni di euro, soma che ha superato anche le aspettative degli amministratori, 7,3 andranno alla probabile ricostruzione ex novo dell’Ipsia Marino di via San Marino, 6,3 al Liceo Scientifico Einstein, 9,1 al Polo Zoli di Atri e 6,2 all’Ipsa Rozzi di Piano d’Accio: saranno utilizzati innanzitutto per l’adeguamento sismico.
MANCA IL PERSONALE. Somme che permetteranno di bandire progettazioni e nuovi cantieri rispetto a quelli già esistenti, che però rischiano di essere gestite con difficoltà perchè manca il personale tecnico che può farlo. Nel settore edilizia scolastica, che abbraccia anche il patrimonio provinciale in generale (31 scuole e 15 edifici pubblici), lavorano in 9, con un dirigente a cavallo con la Viabilità, 2 ingegneri e un terzo part time, 2 geometri e 3 amministrativi: «Servirebbe almeno il doppio di questo personale per far fronte al lavoro da svolgere adesso – ha spiegato Di Sabatino -», e Rossi ha aggiunto che «si cercherà di ricorrere alla struttura commissariale per cercare personale a tempo determinato non assunto dai comuni per far fronte alla ricostruzione». Entrambi hanno voluto ringraziare il personale di questo settore, «dove non ci sono ferie e dove si lavora da tempo concentrati sull’obiettivo». La mole di lavoro del settore è testimoniata, fra le altre cose, da due indicatori: in 24 mesi (2016-2018) sono stati compiuti 600 sopralluoghi e verifiche, quasi una al giorno contando anche i festivi e sono state redatte 530 determine. La Provincia gestisce 8 poli scolastici per un totale di 31 istituti superiori: la popolazione scolastica ammonta a 12.133 mila studenti.
RIPENSARE LE SCUOLE. Lo aveva anticipato l’assessore Mirko Rossi a La Città quando qualche settimana fa faceva il punto sui cantieri scolastici: «Dovremo mettere in campo l’esperienza fatta insieme al Comune di Teramo, come se fosse ancora emergenza continua del post sisma». E’ il nuovo metodo in campo, affrontare strategicamente la mappatura scolastica, nel caso di Teramo, all’unisono, con un tavolo unico: «Sono soddisfatto perché lasceremo  una eredità pesante – ha spiegato il presidente Di Sabatino – che dimostra come la scuola per noi è stata una priorità. Siamo una delle pochissime province in Italia ad avere tutti gli edifici a norma antincendio, avendo risolto un problema non di poco conto per tante amministrazioni, se è vero che hanno concesso un altro anno di proroga per mettersi in regola. Avere la disponibilità di tanti fondi ci mette in condizione di ragionare sul da farsi, optando per le scelte migliori: riportare le scuole nel cuore della città significa dare nuova linfa al territorio e una grossa mano per la rigenerazione del tessuto urbano».
DUE POLI E UN CAMPUS. Allora eccolo anticipato un pezzo di ‘piano’. I cantieri in essere e quelli in divenire, trasformeranno le scuole superiori, al punto da dover sceglier dove riposizionare alcuni corsi e addirittura interi istituti, oggi divisi in succursali o aule di fortuna. Con il ritorno alla disponibilità del grande Comi di viale Bovio, la Provincia potrebbe arrivare a proporre al tavolo di concertazione l’ipotesi di spostarvi tutto il Liceo Scientifico. In questo modo, in centro storico (inteso in senso allargato com viale Bovio, piazza Dante, via Carducci e via Diaz), verrebbe a costituirsi un ‘polo liceale’, con Delfico, Artistico, Linguistico e Scientifico, con l’area di via San Marino a rappresentare il ‘polo tecnico’, con Iti Alessandrini e Ipsia Marino. Infine, il Programmatori Pascal e il Geometri Forti, ospitati nella grande struttura alla Cona, diventerebbe un campus con annesso parco, aperto anche ad alcune strutture scolastiche comunali, come le elementari. La positiva esperienza dell’Istituto comprensivo Teramo 5 Fornaci-Cona d’altronde funziona da viatico per la sinergia urbanistica e collaborativa.
CANTIERI APERTI.  Sono 5 i cantieri aperti (a Nereto, uno al Delfico, al Comi primario, all’Iti Cerulli di Giulianova, al Rozzi) ed entro la fine dell’anno saranno ed entro fine anno saranno pubblicati i bandi per la progettazione dei lavori di riqualificazione (1,7 mln circa) del  “Pascal”, Liceo artistico “Montauti”;  “Comi” secondario e gli interventi di completamento su liceo Delfico e Convitto. Fra settembre e dicembre 2018 partiranno i lavori (1,1 milioni di euro complessivamente)  per la realizzazione di nuovi laboratori, per la sistemazione della palestra del “Milli”; per lavori alla palazzina adiacente all’Istituto Agrario Rozzi a Piano d’Accio.
CONDIVISIONE. «L’aspetto che ci soddisfa maggiormente – ha concluso il consigliere delegato Mirko Rossi – è quello di aver accompagnato la programmazione con un percorso di confronto e partecipazione attiva coinvolgendo i portatori d’interesse: dagli studenti anche attraverso la Consulta, ai Consigli d’istituto, fino alle associazione come Teramo Children e Cittadinanza Attiva. Un percorso intrapreso nella convinzione che le scuole non sono un patrimonio della Provincia ma di tutta la comunità, una scelta che ha scongiurato decisioni affrettate sull’onda emotiva del post terremoto».