Teramo esulta con Renatas: è Campione d'Italia di bike trial FOTO

TERAMO – E’ raggiante e si gode quella maglietta tricolore fino in fondo, trovando ogni volta che entra qualcuno in negozio, una scusa per indossarla. Lo fa sentire ancor più campione d’Italia di Bike trial, «dove trial sta per un inglese modificato di ‘prova tutto’ – dice Renatas Salichovas, 24 anni, lituano ‘teramano’ da 13 anni -». A Teramo lo conoscono per fare l’acrobata in bici e perché con il suo RealBike ha proseguito la tradizione del più antico negozio di bicicletta in città, quello dei ‘giuliesi’ Grossi, padre e figlio, all’arco di Porta Madonna. Adesso tutti sanno che dietro le sue esibizioni su quella strana due ruote senza sellino e con un manubrio proteso in avanti, con un rapporto solo, c’è una passione alimentata a sacrifici e sudore. Che domenica l’ha portato sul tetto d’Italia, il ciclista acrobata più bravo di tutti, che ha stracciato il campo di avversari più blasonati di lui ma soprattutto più anziani. Le foto hanno fatto il giro di Facebook e dei siti specializzati, domenica sera. Lo ritraggono con la coppa al cielo e quella maglietta bianca attraversata dal tricolore italiano, sul podio di Pozza di Fassa, ultima delle sette prove, nella categoria Expert, del Campionato italiano. Il tricolore italiano sul petto di un lituano: «Sono orgoglioso di averlo portato a Teramo – dice -, prendetelo come il mio ringraziamento a tutti voi che mi avete accolto con voi». Il suo lavoro è fare il ciclista, ma questo non gli impedisce di dedicarsi all’allenamento per gareggiare e, in un certo senso essere promoter di se stesso, della sua attività. I bambini lo guardano a bocca aperta quando riesce a salire su cubi  e scalette, saltare tronchi o persone stese a terra, affrontare discese quasi verticali e attaccarsi alle rocce. In una continua lotta con la gravità, con le gambe e i piedi che sembrano fusi con i pedali. Renatas è un campione vero, anche se affronta queste gare e il campionato come un hobby. Ma quanta fatica per arrivare più in alto di tutti: «Devi essere disposto ad alzarti alle cinque di mattina, d’estate, per allenarti al porto di Giulianova – racconta  Renatas -, oppure d’inverno venire a lavorare e approfittare della pausa pranzo per buttarti nei fiumi e provare percorsi impossibili. E poi di nuovo al lavoro, qui, sempre tra le biciclette». Va dietro alle due ruote da quando era bambino, una passione che ha nel sangue: «Vedevo le moto da trial in tv e mi affascinavano le bici che si esibivano alla fine – spiega il neo campione italiano -». La sua fedele Jitsie, otto chili di alluminio, non l’ha tradito una volta: «Sai – ti dice accarezzandola e pulendola – nella gara finale non ha avuto un cedimento. Può capitare che si rompa un raggio, un cerchio, la catena, e sono dolori per costi e tempo perso. Eppure è stata ancora una volta affidabile e mi ha permesso di vincere». Noi aggiungiamo stravincere. Perché Renatas Salichovas ha fatto un’impresa nell’impresa. E’ tornato a gareggiare a 4 anni dall’ultimo impegno tricolore (nel 2013 era stato terzo, nel 2014 secondo) e ha vinto 5 gare su 6 alle quali ha partecipato, una in meno dei suoi avversari. Dopo il secondo posto a giugno a Balangero nel Torinese, ha infilato cinque primi posti di fila, in particolare stracciando gli avversari a Schilpario (Bergamo) e nella sarda Bolotana. Impossibile tenergli il passo, sarebbero servite prove senza penalizzazioni. I campi di prova sono estenuanti, la gara non si limita all’esercizio di equilibrio e tra chi è più bravo a non mettere mai i piedi a terra. Con ostacoli fissi, artificiali o naturali (e dunque in torrenti, sulle rocce, pendii boschivi o tronchi), le gare fanno la selezione anche sul piano della resistenza, perché le prove vengono ripetute più volte. E’ tornato e ha vinto, Renatas. Così come è tornato in piena notte, domenica, perché ieri mattina doveva aprire negozio e allestire la vetrina più bella, con la Jitsie in esposizione, assieme alle coppe e quella bella maglietta tricolore. Il suo regalo a Teramo.