Braga, il testimone da Valente a Befacchia: «La nave è in porto, adesso dobbiamo attraccare» FOTO

TERAMO – «Oggi il Conservatorio Statale di Musica ‘G. Braga’ è come la nave di Ulisse: ha superato la tempesta, è entrata nella darsena e ora occorre guidarla per l’attracco nel porto, quindi vanno usate altre cautele. Vengo dal mondo della scuola, in cui sono entrato nel 1963 sino al 2007, e nella mia Presidenza metterò tutta l’esperienza del mio mestiere. Ovviamente ringrazio chi mi ha preceduto, l’avvocato Sergio Quirino Valente, ricordando che nella staffetta il nostro compito è quello di portare il testimone avanti, e noi siamo solo piccoli staffettisti nella corsa del tempo». Si è presentato il nuovo presidente del Conservatorio Braga, il già preside del Liceo Classico, Lino Befacchia. Befacchia è stato presentato dal direttore del Conservatorio, Federico Paci e con loro c’era anche il presidente uscente, Sergio Quirino Valente.

“Siamo partiti da un Istituto pareggiato, con tutte le sue problematiche – ha ricordato Paci -, e siamo arrivati a un Conservatorio Statale che sta funzionando bene: lo dicono i numeri, con le iscrizioni che quest’anno hanno raggiunto i 350 studenti, e siamo uno dei 3 o 4 Conservatori partiti con la riforma. Abbiamo riconquistato la fiducia del territorio, abbiamo lavorato molto sul sociale che è stato sin dall’inizio il nostro indirizzo, ovvero quello di riportare la nostra Istituzione musicale sul territorio, superando l’isolamento e uscendo dal Palazzo Braga, e ci siamo riusciti». «Vado via col sorriso, felice della scelta personale e professionale – ha osservato il presidente uscente Valente -. Avevo accettato la sfida più di tre anni fa, assumendo la guida del Conservatorio, per offrire un servizio all’Istituzione ed era deprimente pensare che in una città che stava chiudendo, chiudesse anche il Conservatorio. Dopo tre anni ritengo che la mia mission sia stata compiuta. Oggi ringrazio tutti coloro che si sono stretti attorno al Conservatorio, i docenti, il personale, pensate che il primo contatto diretto con il Cda l’ho avuto sotto i portici di Teramo, perché il Conservatorio non aveva più una sede e gli studenti suonavano in strada. E allora ho capito che occorreva dare una possibilità a quei ragazzi per aiutarli a realizzare il sogno della propria arte».
«Sicuramente – ha aggiunto Befacchia – le cose difficili, quelle che sembravano più insormontabili, sono state spianate, resta qualche dettaglio, ma la cosa più importante è che è stata ripristinata la credibilità di un’Istituzione su cui non tutti hanno puntato, anzi talvolta sembrava che la città sopportasse la presenza del Braga, che ha invece 123 anni di storia e dopo 123 anni nessuno può pensare di metterne in dubbio l’esistenza. Ringrazio per l’impegno profuso i docenti, il personale, che hanno camminato al buio, e hanno saputo riannodare i rapporti con la città, i nostri professionisti e studenti hanno suonato in carcere, in ospedale, ovunque, dunque quella del Conservatorio è una sfida vinta al 99 per cento e io spero di poter completare quell’1 per cento che ancora resta lavorando in continuità con il passato. Io ci metterò la cultura del lavoro e la volontà: sono quattro gli ingredienti fondamentali, ovvero il lavoro, il sapere, la cultura e l’educazione e allora Teramo avrà la possibilità di puntare in alto anziché continuare a celebrare gli aperistreet. Il Conservatorio è uno strumento per il rilancio del territorio e io sono molto fiducioso, come lo sono stato negli anni delle mie Dirigenze scolastiche, quando ho visto che gli studenti che uscivano erano migliori rispetto a quando erano entrati».