Anche il pentastellato Di Maio apprezza i selfie ma c'è meno folla che per Salvini FOTO

TERAMO – E’ il selfie il gesto più apprezzato dei ministri italiani gialloverdi, impegnati nei tour elettorali. Anche l’onorevole cinquestelle Luigi Di Maio, come fece Salvini due settimane fa, ha ceduto alle tantissime richieste di uno scatto insieme alla gente normale, quella che ieri affollava il corso San Giorgio, nel mercato settimanale del sabato teramano. Certo, Di Maio non ha affrontato lo stesso bagno di folla che aveva paralizzato la mattinata cittadina e il programma della visita del ministro dell’Interno leghista, tuttavia si è tolto la soddisfazione di ricevere cori di incitamento, di stringere centinaia di mani di cittadini e ambulanti, e ringraziare i numerosi simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, in una foto celebrativa presso il banchetto elettorale in piazza Martiri. Di Maio ha potuto ‘sfruttare’ le presenze abitualmente numerose del mercato, ma certo non una puntuale informazione sulla sua visita, fatta passare in sordina, al punto che moltissimi cittadini, ieri mattina, notando il cospicuo spiegamento di forze dell’ordine e le ultime operazioni di bonifica del percorso del vicepremier, chiedevano cosa stesse accadendo, essendo all’oscuro della visita di Di Maio. Tenendo sempre vicino la candidata presidente alla Regione Abruzzo Sara Marcozzi, seguito passo passo dai parlamentari del movimento eletti nel Teramano, Fabio Berardini, Antonio Zennaro e Valentina Corneli, si è intrattenuto per oltre un’ora percorrendo il tratto di mercato tra largo San Matteo e la piazza. Non sono mancati siparietti curiosi, con il ministro del Lavoro disponibile alla battuta, chiamato a gran voce da molti ambulanti che ringraziavano per la cancellazione della Bolkstein oppure per la flat tax al 15 per cento.
RICOSTRUZIONE. Nel suo giro per il corso Di Mario ha anche incontrato il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, che gli ha chiesto un incontro istituzionale per affrontare anche il grosso problema della ricostruzione. A tal proposito, il ministro ha sottolineato di sapere “benissimo che ci sono tante cose da fare e siamo sempre in ritardo, e chiunque farà cose sarà sempre in ritardo perché dobbiamo colmare un gap di mesi e mesi  in cui non si è fatto nulla. Io credo nel fatto che dobbiamo ridurre la burocrazia. Ci devono essere procedure più snelle prendendoci anche qualche rischio". C’è un nemico che bisogna sconfiggere, per Di Maio, la burocrazia, "perché i soldi ci sono, ma spesso si bloccano per leggi assurde”.
ELEZIONI. Il passaggio teramano di Luigi Di Maio ha inteso supportare i candidati teramani della lista che sostiene Sara Marcozzi. Con loro ha sfilato per il corso e poi ha scattato una foto di gruppo sulle scalinate della Cattedrale. “Credo che in Abruzzo ce la possiamo fare a governare questa regione – ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro -. La prima cosa assurda che sto vedendo in questa regione è che chi l’ha distrutta sta adesso dicendo come la si possa salvare. E questa è la follia più grande. Abbiamo da una parte Legnini, che ha partecipato alle malefatte del Pd dai tempi del Governo Monti votando la Fornero, e dall’altra uno che l’Abruzzo nemmeno lo conosce, non è neanche dell’Abruzzo, ma ha dentro tutti coloro che hanno fatto parte di quel centrodestra regionale che ha contribuito a mettere in ginocchio questa regione".
SONDAGGI. Di Maio ha fatto cenno poi anche ai sondaggi dicendo di non crederci ma di fidarsi di più della gente. "Quei sondaggi sono quelli che non ci hanno mai dato come prima forza politica durante le elezioni nella campagna elettorale per le politiche. Io non credo nei sondaggi. Non ci ho mai creduto quando andavano bene e non ci ho mai creduto quando vanno male. Io credo nei sondaggi delle persone, alle piazze, ai mercati, ma credo soprattutto a un’altra cosa, ai dati che devono migliorare la qualità della vita degli italiani". I dati pubblicati oggi che vedono la Lega volare al quasi al 36% e ripiegare i 5 Stelle al 25,4%. "Questa è la settimana in cui abbiamo approvato il reddito di cittadinanza, quota 100 – ha spiegato – è il terzo mese in cui è in vigore il decreto ‘Dignità’ che sta migliorando la qualità del lavoro, nel senso che sta migliorando la stabilità dei contratti. Poi quelli stessi sondaggi che non ci hanno preso alle politiche, non ci prenderanno neanche alle Europee, come sempre”.
CALCIO E CAMORRA. Rispondendo ai giornalisti c’è stato spazio anche per la polemica sulla frase pronunciata dall’imprenditore Nicola Di Matteo, nel corso della presentazione della sua prossima investitura ad amministratore delegato del Teramo, quella sulla ‘camorra scelta di vita’: "Bisognerebbe evitare di parlare così a cuor leggero di temi che hanno rappresentato sofferenze per popoli e popoli. Il mio popolo è purtroppo ancora sotto gli effetti i politiche criminali che non sempre sono solo delle organizzazioni criminali – ha detto Di Maio. La camorra – spiega Di Maio – esiste perché è esistita e esiste ancora una classe politica che l’ha avallata, che l’ha favorita. Quindi evitiamo frasi fatte e frasi infelici come quelle che sono state pronunciate sulle organizzazioni criminali, i luoghi comuni del cavolo. E’ logico che non si può dire che la ‘camorra è una scelta di vita’, è una follia".