Teramo 3.0 incontra Marsilio (ma la riunione salta) e la maggioranza comunale di D'Alberto va in fibrillazione

TERAMO – Forse il bubbone non è scoppiato in tutta la sua potenzialità perchè questa sera alla riunione la vicesindaco Cristina Marroni non c’era. E non è arrivato nemmeno Marsilio. Altrimenti sul caso Teramo 3.0 la maggioranza del sindaco Gianguido D’Alberto avrebbe superato anche l’opportunità di buttarla in cagnara nella settimana decisiva che porta alle elezioni regionali. Ma il nodo andrà sciolto subito dopo, dicono fonti bene informate all’interno della coalizione civico-Pd che governa in città. Il casus belli, nonostante finora il gruppo abbia sostenuto in maniera coerente qualsiasi iniziativa consiliare della maggioranza, è il faccia a faccia organizzato dall’Associazione del presidente Cristian Francia e il candidato Presidente del centrodestra Marco Marsilio ieri sera a Teramo. C’era tanta gente, ma il candidato non è arrivato perchè una serie di contrattempi durante la giornata avevano fatto slittare tutto il programma, fino a trattenerlo fino a tarda serata a Bisenti. In ogni caso, il confronto elettorale avrebbe dovuto esserci e, dicono a Teramo 3.0, avrebbe dovuto essere tenuto in una casa privata; ma il numero dei probabili presenti ha consigliato di spostare in un ristorante. E sta forse in questa trasformazione "pubblica" o, meglio, "visibile" dell’appuntamento elettorale ad agitare i sonni di una parte della maggioranza di centrosinistra. Al punto che alcuni scambi di vedute informali su questo argomento ‘caldo’ avrebbero tenuto impegnato lo stesso sindaco ieri nel primo pomeriggio. La vicesindaca Marroni, che di questo gruppo è espressione come lo sono i consiglieri Giovanni Luzii e Osvaldo Di Teodoro, a chi le chiede se si tratta dell’anticamera di una piccola crisi, fa giustamente notare “che lo sanno da sempre che io sono di destra e che alle amministrative abbiamo sposato un programma elettorale e una esperienza civica con il sindaco D’Alberto. Siamo un’associazione in cui convivono tante anime e si vota secondo coscienza. Sono la nostra forza e la nostra caratteristica. Finora però mi sembra che dentro alla maggioranza ci siamo comportati in maniera impeccabile". E se si aggiunge che proprio al suo assessorato non si possa in fin dei conti contestare alcunchè, in un panorama peralto in cui non brilla certo alcun ‘CR7’, appare difficile intuire su quale piano, eventualmente, il primo cittadino possa buttarla in cagnara. Rumors parlano di una maggioranza – quella senza Teramo 3.0 – abbastanza sicura di aver trovato, grazie al candidato presidente Giovanni Legnini e ai suoi accordi pre elettorali, una stampella sicura nei consiglieri Mauro Di Dalmazio e Graziano Ciapanna. Ma se a spingere per la crisi sono alcuni ‘falchi’, e scomodiamo ancora i rumors per pensare a mire assessorili, ci sono anche molte ‘colombe’ che mirano al dialogo e al confronto, ricordando, in fin dei conti, che ha un peso anche il voto alla mozione sul sindaco di Riace e che tuttosommato, questa maggioranza, quanto a schieramento di voto, non sembra esser tanto compatta nemmeno sui suoi due candidati interni, Graziella Cordone e Ilaria De Sanctis. Ma anche sotto il profilo politico, non doveva essere l’amministrazione del cambiamento e della discontinuità?