Il casolare del bivio per i Prati di Tivo va abbattuto: l'Anas sollecita prefettura e comune, a rischo la viabilità sulla Ss 80

FANO ADRIANO – Per anni ha riempito cartoline in bianco e nero e a colori, caratteristica urbanistica di un punto della statale 80 Teramo-L’Aquila che segnava una tappa obbligata del percorso fino a Pietracamela e ai Prati di Tivo. E’ stata la storia del Bivio di rio Arno, quando negli anni ’70 e ’80 esplodeva il boom del turismo invernale questo crocevia era considerato il checkpoint dove si controllavano i pneumatici da neve sulle autovetture e nelle stagioni di grazie i bus con gli sciatori formavano lunghe file per montare le catene e affrontare la salita in quota. Oggi quel casolare dove negli anni recenti è stata disegnata la grande freccia gialla ormai scolorita che indica la direzione verso la vetta più alta degli Appennini, ha fatto il suo tempo. L’Anas ne vuole la sistemazione definitiva, che oggi, dopo gli ultimi tre terremoti (quello del 2009 dell’Aquila e quelli del 2016-17), significa abbattimento. L’azienda delle strade, attraverso il suo responsabile di compartimento, ha segnalato l’urgenza dell’intervento, perché il vetusto ed abbandonato edificio è a rischio crollo nonostante la gabbia realizzata tutt’intorno, e questo può incidere sul tracciato stradale. L’Anas per intimare alle autorità competenti, ha citato l’urgenza dettata dal rispetto dell’articolo 30 del codice della strada, laddove prevede che “i fabbricati fronteggianti le strade devono essere conservati in modo da non compromettere l’incolumità pubblica e da non arrecare danno alle strade ed alle relative pertinenze”.  L’edificio in questione, al centro di una lunga querelle tra i diversi proprietari, versa in queste condizioni da almeno una decina di anni e i terremoti hanno aggravato la situazione, trasformandolo in una bomba innescata il cui crollo danneggerebbe l’economia della zona circostante. La statale 80 è l’unica che collega attraverso il passo delle Capannelle, la provincia di Teramo a quella dell’Aquila e una interruzione stradale a questo livello sarebbe deleteria, anche per il traffico locale di pendolari, commercianti, studenti che provengono dalle aree di Cortino, Crognaleto, Fano Adriano e Pietracamela. Su questo tratto la competenza è del comune di Fano Adriano ma il codice spiega bene che “salvi i provvedimenti che nei casi contingibili ed urgenti possono essere adottati dal sindaco a tutela della pubblica incolumità, il prefetto, sentito l’ente proprietario o concessionario, può ordinare la demolizione o il consolidamento a spese dello stesso proprietario dei fabbricati e dei muri che minacciano rovina se il proprietario, nonostante la diffida, non abbia provveduto a compiere le opere necessarie”. E’ di queste ore la valutazione da parte della prefettura su quale azioni debbano essere messe in campo. Certo è che la segnalazione dell’Anas accende i riflettori su un rischio che questa zona interna della provincia, con un’area di montagna già colpita dalla crisi, non può rischiare un nuovo isolamento, oltre al rischio di vedere coinvolti persone e mezzi da un eventuale incidente.