TeAm ricorso Iachini

TERAMO – L’imprenditore teramano Franco Iachini tenta di portare l’asta per le quote della TeAm ai tempi supplementari. Ieri mattina i suoi legali hanno depositato il ricorso al giudice delegato al fallimento della Enertech, Daniela Bruni, contro l’aggiudicazione provvisoria, al prezzo di un milione e 755mila euro, alla Comir del Gruppo Gavioli. Ma se sulla vicenda si preannuncia un ‘overtime’, è altrettanto vero che è sui piedi del sindaco  di Teramo, Gianguido D’Alberto, il calcio di rigore di questa vicenda societaria. Il suo gradimento, previsto a conclusione della procedura competitiva, diventa decisivo per il futuro della municipalizzata dell’igiene e di circa due centinaia di lavoratori. E’ fuori di dubbio infatti che la sua pronuncia sarà in grado di influenzare il percorso da qui ai prossimi mesi della partecipata e vedremo perchè. 
Intanto sul tavolo del giudice del fallimento Enertech, iscritto alla sezione fallimentare del tribunale di Venezia con il fascicolo 77/2016, adesso c’è una interpretazione giurisprudenziale fornita dall’avvocato Gabriele Galletti dello studio Natalino Irti di Roma, che potrebbe riaprire il destino del 49 per cento delle azioni della Teramo Ambiente. Il ricorso di Iachini – che nell’asta era arrivato a proporre un aumento di 505mila euro sulla base iniziale di 1,2 milioni di euro -, si fonda sull’illegittimità della partecipazione alla procedura competitiva di Stefano Gavioli, con una qualsiasi delle sue società. In sostanza si chiede al giudice di annullare l’aggiudicazione provvisoria dell’asset TeAm e delle altre poste di Enertech nell’asta tenuta lo scorso 17 aprile, perchè sarebbero stati violati gli articoli 151 e 159 del codice di procedura civile, quelli cioè che prevedono la partecipazione agli incanti di chiunque, tranne del debitore del bene pignorato. E in aggiunta a questo, secondo i legali di Iachini, siccome il Gruppo Gavioli attraverso la Comir aveva anche presentato una richiesta di concordato fallimentare qualche giorno prima dell’asta, sarebbe incappato nella violazione della legge fallimentare, che all’articolo 124 ne vieta la presentazione "da parte del fallito, da società cui egli partecipi o da società sottoposte a comune controllo se non dopo il decorso di un anno dalla dichiarazione di fallimento e purché non siano decorsi due anni dal decreto che rende esecutivo lo stato passivo". Il giudice delegato ha tre opzioni: respingere il ricorso, accoglierlo e annullare l’assegnazione alla Comir e affidare le quote alla Infosat di Iachini, oppure convocare le parti per un approfondimento e per poi decidere.
Iachini ieri ha confermato il passo in avanti fatto nella vicenda: "Non molliamo – ha detto – finché non leggeremo una pronuncia del giudice su questa vicenda. Riteniamo che all’asta potesse partecipare chiunque ma non chi detiene il controllo dell’Enertech come della Comir. E crediamo di aver ragione su questo. La mia intenzione di rilevare la quota privata della TeAm resta un obiettivo e per questo ho provato il rialzo massimo".
Sul fronte comunale, anche l’imprenditore teramano attende le valutazioni del sindaco D’Alberto: "Io perseguo la mia azione legale – dice -, al sindaco spetterà la valutazione di gradimento che sarà decisiva, come lo sarebbe nei miei confronti. Non è però chiaro a tanti che in caso di gradimento negativo dovrà oltre che motivare, proporre il nome di un terzo soggetto privato (perchè le azioni TeAm all’asta sono di categoria B e quindi non acquisibili da soggetto pubblico, ndr) che per rilevarle dovrà sborsare la quota di aggiudicazione, ovvero un milione e 755mila euro".
Ma c’è stato un confronto con lui, una valutazione comune su quanto accaduto a Venezia il 17 aprile? "Avrei voluto – ha aggiunto Iachini – ma dopo una telefonata quella sera, il mio tentativo di incontrarlo in questa ultima settimana non è mai riuscito. Ho comunque seguito il dibattito avviato da alcuni consiglieri e apprezzato gli interventi di Pina Ciammariconi e Giandonato Morra. Almeno un merito posso attribuirmelo: quello di aver riacceso l’interesse attorno a una società che sta rischiando veramente grosso".