Parla l'imprenditore salvato dai volontari nel bar di Montorio: "La mia seconda vita comincia oggi. Non sottovalutate mai l'importanza di questi presidi nell'entroterra"

MONTORIO – Vuole dire grazie ai suoi ‘angeli custodi’, a quella squadra di volontari la cui professionalità e perizia hanno permesso che la cruda cronaca di tutti i giorni non contasse un altro sacrificio sul percorso della vita moderna. Ma soprattutto, Matteo Arancio, l’imprenditore montorise di 39 anni, salvato con il defibrillatore da una infermiera e dall’equipaggio della Croce Bianca di Montorio, nel rivolgere il suo ‘grazie’ a quelli che definisce il team dei suoi supereroi, diventa il testimonial di un appello a non sottovalutare l’importanza deli presidi di soccorso avanzato nell’entroterra teramano, dove la fatalità di un qualche minuto di ritardo diventa decisiva per una vita da salvare: "Da oggi per me inizia una nuova vita – scrive Matteo -, una vita che stavo per perdere ieri, quando all’improvviso mi sono accasciato perchè il mio cuore aveva smesso di battere. La prima cosa che voglio fare e alla quale si uniscono i miei familiari è ringraziare la perizia, la generosità, il coraggio, l’abnegazione e la prontezza di coloro che immediatamente mi hanno soccorso e salvato da una fine improvvisa e inaspettata: Gianna Nori, una giovane infermiera che si trovava lì per caso e che ha immediatamente capito la gravità della situazione prestandomi i primissimi soccorsi, e poi i soccorritori della Croce Bianca arrivati in un soffio, Elisabetta Baiocco, infermiera del 118 volontaria alla Croce Bianca, Maurizio Di Giambattista e Ivano Romanelli che hanno messo in pratica tutto ciò che c’era da fare perchè il mio cuore riprendesse a battere restituendomi all’affetto dei miei cari. I medici dicono che sono fuori pericolo e vengo seguito dalla bravissima equipe dell’UTIC del Mazzini di Teramo.
"Il mio è un ringraziamento che vuole essere anche un sollecito a non trascurare l’importanza dei presidi sanitari nei territori dell’entroterra, e se oggi la mia bambina Arianna ha ancora il suo gioioso sorriso quando mi butta le braccia al collo chiamandomi papi, lo devo alla presenza dei mezzi di soccorso e alla solerzia e dedizione degli operatori. E allora ancora una volta e altre mille e altre cento e poi ancora mille GRAZIE a quelli che da oggi per sempre saranno per me e i miei cari i nostri supereroi: Gianna, Elisabetta, Maurizio e Ivan". Da Matteo, Valeria, Arianna, e tutta la famiglia di Matteo.