Arriva a Teramo la 'Quarto Savona 15', da 27 anni simbolo della lotta contro la mafia

TERAMO – E’ il simbolo della memoria delle stragi di mafia, ma anche della lotta contro la mafia. Il nome in codice di servizio "Quarto Savona 15" è diventato comune per chiunque non ha dimenticato quel 23 maggio 1992: sono i resti della Fiat Croma blindata della scorta del giudice Giovanni Falcone, saltata in aria nell’attentato di Capaci, in cui persero la vita il giudice, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicilio e Vito Schifani. Questo simbolo, conservato a futura memoria dentro una teca, ha girato l’Italia e giovedì 9 maggio sarà a Teramo, in piazza Martiri della Libertà. sarà esposta dalle 10 alle 18, nell’ambito del Premio Borsellino tutto l’anno, grazie all’associazione ‘Falcone e Borsellino’, con il patrocinio della Polizia di Stato e del Miur, in occasione  del 27esimo anniversario della strage di Capaci.

"Portando la teca da Palermo in Abruzzo – scrive l’organizzazione dell’eevnto -, si vuole permettere ai cittadini e soprattutto agli studenti di rendere omaggio ai ragazzi della scorta di Falcone che viaggiavano su quell’auto che il 23 maggio 1992 fu colpita in pieno dalla deflagrazione e ritrovata distrutta, in un uliveto a cento metri di distanza dal luogo dell’attentato. È un orrore raccontato attraverso una serie di dettagli che fanno storia e che costituiscono memoria. Quell’auto è il simbolo di uno degli eventi più terribili della storia d’Italia. E’ ‘la memoria in viaggio’, è ricordo e anche speranza, è la speranza che passa da un percorso di cultura e legalità realizzato da anni all’interno delle scuole e nei confronti di ragazzi che quel giorno non erano ancora nati. .

La teca sarà scoperta alle 10. Seguirà una cerimonia pubblica, cui sono invitati gli studenti delle scuole della città, alla quale interverranno il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, il prefetto di Teramo, Gabriella Patrizi, il rettore dell’Università, Dino Mastrocola, il vicecapo della Polizia, Luigi Savina, il magistrato già membro del pool di Palerno con Falcone e Borsellino, Leonardo Guarnotta e Tina Montinaro, moglie del caposcorta Antonio Montinaro, perito nella strage.