Teramo Ambiente, il giudice dice sì a Gavioli. Adesso toccherà al gradimento del sindaco

TERAMO – Sarà Stefano Gavioli a rientrare in Teramo Ambiente, se il sindaco Gianguido D’Alberto esprimerà gradimento positivo. Il giudice delegato al fallimento dell’Enertech, Daniela Bruni, ha infatti respinto il ricorso presentato dall’imprenditore teramano Franco Iachini contro l’acquisto del 49% delle quote della TeAm da parte della Comir srl, la controllata del Gruppo Gavioli. Sarà così contestualmente avviata la procedura di aggiudicazione definitiva delle azioni: quando sarà notificata, nelle prossime ore, al Comune di Teramo, il sindaco avrà un mese di tempo per esprimere il gradimento del socio pubblico al ‘nuovo’ privato, come recita l’articolo 6 dello Statuto della partecipata. Esso dovrà essere "motivato con riferimento a obiettivi parametri di capacità imprenditoriale dell’acquirente, stabiliti dall’assemblea dei soci".
Non è dato sapere, al momento, le motivazioni del rigetto del ricorso ‘teramano’. Di certo, decade in questo primo grado il ‘vizio’ più significativo che l’avvocato Gabriele Galletti dello studio Natalino Irti di Roma aveva sottolineato: l’impossibilità dell’imprenditore che controllava la società fallita a partecipare sostanzialmente al ‘riacquisto’ delle quote oggetto del fallimento, anche se sotto un’altra ragione sociale, quella della Comir Srl appunto. Allo stesso modo, conoscere le motivazioni sarà importante per i legali di Iachini per decidere la strategia ulteriore, ma è molto probabile che sarà presentato appello al tribunale ordinario e, se necessario, anche alla Cassazione.
Dunque al massimo tra poco più di un mese il Consiglio di amministrazione della TeAm potrebbe essere rivoluzionato, così come gli equilbri societari. Inutile nascondere come lo scenario che si apre, soltanto qualche mese fa non era assolutamente pronosticabile. Che la governance potesse essere stravolta dal rientro del socio privato il cui fallimento aveva provocato il terremoto e l’instabilità all’interno della società (con l’ingresso in società prima della procura di Catanzaro, poi del tribunale di Venezia) e prima ancora di Luca Ranalli, l’ex amministratore delegato che di quella parte (la curatela) era espressione e dalla quale era stato defenestrato.
Di sicuro adesso il compito del sindaco non è dei più facili. Per anni, sulla materia Enertech è stato ipercritico e ne ha fatto un cavallo di battaglia per attaccare la politica di gestione della TeAm del predecessore Maurizio Brucchi. La vicena Enertech e l’affidamento del servizio di igiene pubblica sono sempre stati legati a doppi filo nella strategia di Gianguido D’Alberto quando era all’opposizione con il Pd e poi fuori da esso. Oggi che è sindaco, dovrà esprimersi di nuovo, con ruolo decisivo, proprio dell’eredità dell’Enertech, leggasi Comir Srl, e del suo amministratore Stefano Gavioli. Che potrebbe anche ritrovare nella governance come amministratore delegato. Gavioli Ad per la parte privata, Ranalli presidente per la parte pubblica, ma entrambi con un comune denominatore: Andrea Bonifacio, già curatore giudiziale Enertech (che nel 2013 nominò Ranalli Ad della TeAm) e oggi nel Cda del Gruppo Gavioli. Di sicuro adesso la nomina di Ranalli da parte del sindaco a rappresentare il Comune diventa un atto di ancor maggiore responsabilità e peso.
Ma se il sindaco non dovesse esprimere gradimento all’ingresso in società della Comir? Secondo la procedura il giudice potrebbe richiamare in causa l’altro offerente che ha partecipato all’asta che poi dovrebbe decidere se interessato o meno. La quota di acquisto del 49% privato nel caso non sarebbe quanto offerto da Iachini (1,2 milioni di euro base d’asta) bensì un milione e 755mila euro dell’aggiudicazione.